Fronti

Droni russi in volo sul New Jersey e Ramstein: nel mirino di Putin le basi militari

Matteo Legnani

Ricordate il famoso pallone metereologico cinese al quale l’amministrazione Biden permise di sorvolare tutto il Paese, prima di abbatterlo al largo del Maryland? Negli Stati Uniti, in queste settimane, sta accadendo qualcosa di simile, ma più minaccioso e preoccupante. Sono infatti ormai decine gli avvistamenti di droni, riportati per lo più nello Stato del New Jersey. Droni che sono stati descritti come di grosse dimensioni, non come quelli utilizzati per hobby dai piloti dilettanti. Dopo giorni di avvistamenti riportati da cittadini sempre più spaventati, è ancora mistero profondo su chi controlli questi oggetti volanti, con quale scopo e, soprattutto, da dove vengano fatti decollare. E, anche questa volta con colpevole ritardo, l'amministrazione democratica si sta solo ora muovendo per capirci qualcosa.

Il consigliere per la sicurezza nazionale, John Kirby, è stato solo in grado di dire che «il Dipartimento della Homeland Security e l’FBI stanno in questo preciso momento indagando sull'accaduto, per cercare di risalire ai responsabili». Il senatore (democratico) del Cunnecticut, Richard Blumenthal, si è spinto un po’ più in là, affermando che «l’Air Force dovrebbe intanto cominciare con l’abbattere questi oggetti volanti, prima che accada qualcosa di grave». Ma, intanto, gli avvistamenti proseguono: in New Jersey, ne sono stati registrati in dodici contee, tre quarti di quelle dello Stato, anche nei pressi dell'arsenale militare dell’esercito americano a Picatinny.

 

 

Un fenomeno analogo si sta registrando, sempre in questi giorni, dall'altra parte dell'Oceano e più precisamente in Germania, dove i droni erano comparsi per la prima volta nel nord del Paese ad agosto sul parco industriale ChemCoast Park Brunsbüttel dove avevano sorvolato una centrale nucleare dismessa, un terminale Gnl, e sulle le chiuse e il canale di Kiel.

Dalla fine di novembre sono ricomparsi, questa volta sopra impianti petrolchimici nella Germania meridionale, sopra l’aeroporto militare di Ramstein in Renania-Palatinato, quartier generale dell’aeronautica militare americana in Europa, e anche sopra la sede del colosso petrolchimico Basf a Ludwigshafen. Gli inquirenti tedeschi sospettano che si tratti di droni militari da ricognizione russi.

Una delle tesi delle autorità è che i droni potrebbero essere stati lanciati da navi russe nel Mar del Nord o nel Mar Baltico assegnate al gruppo Gugi, un’unità speciale della Marina russa responsabile dello spionaggio. Se negli Usa e in Germania fanno paura i droni (probabilmente russi), in Ucraina quella di ieri è stata una giornata di autentico terrore e distruzione, dopo che un attacco con almeno cento missili e duecento droni russi ha falciato molte infrastrutture energetiche della parte occidentale del Paese, quella solitamente meno coinvolti dagli attacchi di Mosca. L’operazione, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito su X «un atto di terrorismo», ha spinto il principale operatore energetico ucraino, Ukrenerho, a limitare i consumi in tutto il Paese.

Nelle scorse ore il presidente americano Joe Biden ha dato il via libera al 72esimo pacchetto di armi per l’Ucraina, del valore di 500 milioni di dollari. Ma la Russia sta per prendere Pokrovsk, città chiave del Donetsk, caduta la quale secondo vari esperti militari l'intero fronte crollerà. Per questo il comandante in capo ucraino Oleksandr Syrskyi ha parlato di momento cruciale che richiede «decisioni non standard».