Nervi tesissimi

Filippine, alta tensione con la Cina: vascello di Pechino sperona guardia costiera di Manila

Le Filippine hanno inviato una nota diplomatica di protesta contro la Cina per l'incidente avvenuto ieri, 4 dicembre, intorno alla Secca di Scarborough, nel Mar Cinese Meridionale. Lo rende noto il ministero degli Esteri di Manila. Si tratta della sessantesima protesta presentata contro la Cina quest'anno, la 193ma da quando nel 2022 si è insediato alla presidenza Ferdinand Marcos Junior. Ieri le Filippine hanno accusato le imbarcazioni della Guardia costiera cinese di "manovre sconsiderate" dopo l'ennesimo incidente che ha visto protagoniste motovedette e imbarcazioni da pesca dei due Paesi nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale. In una nota diffusa dopo l'incidente, seguito a un mese di relativa calma, la Guardia costiera delle Filippine accusa le navi di Pechino di aver fatto ricorso ai cannoni ad acqua e allo speronamento di imbarcazioni filippine, e ribadisce l'impegno a "continuare a vigilare e salvaguardare i nostri interessi nel Mar delle Filippine Occidentale".

La Guardia costiera della Cina, da parte sua, ha annunciato di aver impedito a quattro imbarcazioni delle controparti filippine d'introdursi in quelle che considera acque territoriali al largo della Secca di Scarborough. A quanto riferito dal portavoce della Guardia costiera cinese Liu Dejun, le navi si sono "avvicinate pericolosamente alle imbarcazioni" nazionali, dispiegate per condurre ispezioni e operazioni di polizia. La Guardia costiera e l'Ufficio per la pesca e le risorse acquatiche delle Filippine hanno chiarito che le navi erano impegnate in un pattugliamento di routine per sostenere i pescatori nella zona, quando hanno subito "azioni aggressive" dalle controparti cinesi. A quanto riferito, una nave della Guardia costiera cinese avrebbe sparato due volte con un cannone ad acqua contro una delle imbarcazioni Filippine, colpendola di striscio.

 

 

L'ultimo scontro al largo della Secca di Scarborough fa seguito ai tentativi di Pechino e Manila di legalizzare le loro rivendicazioni territoriali attorno all'atollo, che si trova all'interno della Zona economica esclusiva (Zee) delle Filippine ma è amministrato dalla Cina dal 2012. Il mese scorso, il presidente filippino Ferdinand Marcos Junior ha firmato due leggi che puntano a delineare i confini marittimi del Paese nel Mar Cinese Meridionale. Nello specifico, i due testi di legge definiscono i termini dei diritti marittimi accampati dalle Filippine e individuano rotte marittime e aree sottoposte al diritto sovrano filippino e a quello internazionale.

La replica della Cina è arrivata il 10 novembre, quando il governo ha pubblicato le nuove coordinate delle sue linee di base nelle acque in questione. Il 2 dicembre, inoltre, la Cina ha depositato alle Nazioni Unite la Dichiarazione sulle linee di base delle acque territoriali adiacenti alla Secca di Scarborough. La dichiarazione, le carte nautiche e altre informazioni pertinenti, compresi i dati geodetici che misurano le acque territoriali e le Zone economiche esclusive (Zee) di un Paese, sono stati presentati dal vice rappresentante permanente di Pechino Geng Shuang al sottosegretario generale in carica dell'Onu Stephen Mathias e saranno consultabili sul sito web delle Nazioni Unite.