Guerra
Atacms, i missili Usa colpiscono il Kursk: incubo nucleare, la risposta del Cremlino
La Russia ha promesso una "risposta" a due nuovi attacchi ucraini effettuati con missili americani Atacms contro il suo territorio negli ultimi giorni, dopo che il presidente Vladimir Putin ha minacciato la settimana scorsa di colpire obiettivi nei Paesi occidentali.
I raid con i missili a lungo raggio forniti dagli Usa - ancora non confermati ufficialmente da Kiev - arrivano nel corso di una nuova escalation tra il Cremlino e i Paesi alleati di Kiev, dopo quasi tre anni di guerra. Secondo il ministero della Difesa russo, le forze ucraine hanno colpito "strutture" nella regione di confine russa di Kursk, parzialmente occupata dall'esercito ucraino da agosto. Gli attacchi risalgono rispettivamente al 23 novembre, vicino al villaggio di Lotarevka, 37 chilometri a nord-ovest della città di Kursk, e al 25 novembre contro l'aeroporto di Kursk-Vostochny.
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Mosca ha ammesso che diversi missili hanno "colpito i loro obiettivi" e ha riferito di due suoi soldati feriti e di un radar danneggiato. "Il ministero della Difesa della Federazione Russa sta monitorando la situazione e preparando una risposta", ha avvertito il dicastero, accompagnando la nota con foto che sembrano mostrare detriti missilistici, la cui autenticità non può essere confermata in modo indipendente.
L'avvertimento di Mosca arriva nell'ultimo giorno del G7 degli Esteri, a Fiuggi-Anagni. Nella dichiarazione finale del vertice, i ministri hanno condannato "nei termini più forti possibili la retorica nucleare irresponsabile e minacciosa della Russia, nonché la sua posizione di intimidazione strategica". "Non tollereremo mai le minacce di usare armi nucleari, per non parlare di qualsiasi uso di armi nucleari, da parte della Russia nel contesto della sua guerra di aggressione contro l'Ucraina", si legge nel documento.
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L'Ucraina ha iniziato a utilizzare i missili Atacms a lungo raggio in Russia il 19 novembre e gli Storm Shadows di fabbricazione britannica due giorni dopo. L'autorizzazione degli alleati occidentali a usare i missili a lungo raggio sul territorio russo è arrivata in risposta allo schieramento delle forze nordcoreane sul lato russo del conflitto. Il Cremlino, che ha presentato questa come una linea rossa, ha risposto lanciando un missile balistico a raggio intermedio (Oreshnik) il 21 novembre contro una fabbrica militare nella città di Dnipro, nel centro-est del Paese. L'arma, finora sconosciuta, è progettata per trasportare testate nucleari.