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Romania, il filorusso Georgescu vince il primo turno delle presidenziali: terremoto per Nato e Ucraina

Sorpresa per Calin Georgescu al primo turno delle elezioni presidenziali in Romania. Il candidato di estrema destra e filorusso, smentendo i pronostici iniziali, è in testa (98% le schede scrutinate) con il 22,5% delle preferenze seguito dal primo ministro di centrosinistra Marcel Ciolacu, che ha ottenuto il 19,55%. I due quindi si sfideranno nel ballottaggio dell'8 dicembre.

Qualunque sia il risultato, "l'estrema destra è di gran lunga il grande vincitore di queste elezioni", ha detto all'AFP il politologo Cristian Pirvulescu. L'altro candidato nazionalista, George Simion, è attualmente quarto: l'estrema destra è dunque sulla buona strada per prendere circa un terzo dei voti. Un risultato che sarebbe un terremoto politico nel Paese di 19 milioni di abitanti, membro della Nato che finora ha resistito alle posizioni nazionaliste, distinguendosi da Ungheria e Slovacchia.

Il partito socialdemocratico di Ciolacu ha plasmato la politica della Romania per più di tre decenni. Ma con le crescenti preoccupazioni per l'inflazione e per la guerra nella vicina Ucraina, l'estrema destra sembra aver guadagnato terreno. Negli ultimi giorni Georgescu ha lanciato una campagna virale su TikTok chiedendo lo stop agli aiuti all'Ucraina ed ha espresso un certo scetticismo anche sull'adesione della Romania alla Nato.

"Questa notte il popolo romeno ha gridato per la pace. E ha gridato molto forte, fortissimo", ha detto. La posta in gioco è alta per la Romania, che ha un confine di 650 chilometri con l'Ucraina ed è diventata più importante da quando la Russia ha invaso Kiev nel 2022. La nazione del Mar Nero ora assume, infatti, un "ruolo strategico vitale" per la Nato, poiché è una base per più di 5mila soldati e per il transito del grano ucraino, ha affermato il think tank New Strategy Center.