Nel mirino

Meloni da Milei, "non lo riconosciamo. Un dovere alzare la voce": sinistra rossa di vergogna


Se serviva un suggello al patto tra l'Italia e l'Argentina, eccolo. Sono le dichiarazioni di Giorgia Meloni, in visita al presidente argentino Javier Milei alla Casa Rosada per il bilaterale a Buenos Aires, su uno dei punti cruciali della politica sudamericana.

Detto che secondo la premier è proprio l'Argentina il "punto di riferimento dell'Italia in Sudamerica", per motivi politici e non solo per la presenza di centinaia di migliaia tra nostri connazionali e discendenti di italiani nel Paese, il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare come in Venezuela "non riconosciamo la proclamata vittoria di Nicolas Maduro" in elezioni "ben poco trasparenti". Una dichiarazione d'intenti che rappresenta anche un siluro su parte di quella sinistra italiana che ancora oggi si ostina a difendere i chavisti e, in generale, tutti i figli e figliastri di Marx, Lenin, Fidel Castro e Che Guevara vari.

 

 

 

"E' una questione - ha aggiunto Meloni - che all'Italia come all'Argentina sta particolarmente a cuore, nel nostro caso anche per i moltissimi cittadini di origine italiana che si trovano in una terra che persino il nome collega all'Italia e particolarmente a Venezia. Non riconosciamo la proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti. Continuiamo a condannare la brutale repressione del regime che ha portato alla morte di decine di manifestanti, all'arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, all'incriminazione e all'esilio del candidato presidente dell'opposizione democratica".

 

 

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"Credo che sia nostro dovere alzare la voce. Ringrazio il presidente Milei perché lo ha fatto varie volte. In tutti i comunicati G7 durante la nostra presidenza abbiamo espresso questa posizione e intendiamo farlo con toni ancora più chiari e insieme all'Unione europea lavoriamo per una transizione democratica e pacifica del Venezuela affinché la preferenza espressa dal popolo venezuelano per il presidente eletto González Urrutia e le legittime aspirazioni di libertà e democrazia trovino finalmente realizzazione", ha concluso.