Arsenali

Perimeter, la bomba che può segnare la fine del mondo: cos'ha in mano Vladimir Putin

Mirko Molteni

Le atomiche operative russe sono più numerose di quelle americane. Secondo il Bulletin of American Scientists, la Russia avrebbe 5580 testate nucleari, di cui 4380 operative. Gli Stati Uniti hanno “solo” 3700 testate operative, più 1900 disattivate. Fra le armi russe, quelle strategiche, cioè di grande potenza, sarebbero 1710, in ascesa da quando nel 2023 Putin ha sospeso il trattato New START del 2011, che limitava le strategiche di America e Russia a 1550 per parte.

Fino ad allora la Russia aveva 1549 nukes strategiche e gli USA 1421. Le testate strategiche sono ordigni la cui potenza, misurata in kilotoni, ovvero migliaia di tonnellate di esplosivo equivalente, può andare oltre i 100-150 kt, anche fino a 1000 e oltre, al che si inizia a parlare di 1 megatone, o mt, cioè 1 milione di tonnellate d'esplosivo convenzionale, e passa. Parte di essi sono affidati a bombardieri come il vecchio Tupolev Tu-95, coevo del venerabile Boeing B-52 americano, o il supersonico Tupolev Tu-160, detto Belij Lebed, “Cigno Bianco”, per le sue linee affusolate. Questi bombardieri, per non esporsi all'antiaerea, lancerebbero le atomiche usando missili da crociera contenuti in un modulo di lancio revolver nella stiva dell'aereo. Ai normali missili da crociera, i russi sostituiranno tipi ipersonici, con velocità oltre 6000 km/h, come l'ancor misterioso Kh-95, che potrebbero superare le difese antimissile.

BALISTICI
Vettori più importanti restano però i missili balistici, suddivisi in quelli con base a terra e in quelli lanciati da sottomarini. I primi, che possono essere su rampa sotterranea fissa in silos oppure su rampa mobile autocarrata, sono raggruppati in una forza armata indipendente, la RVSN, Raketnoe Vojska Strategiceskogo Naznachenija, “Truppe dei Razzi Strategici”. Spicca l'RS-24 Yars, in servizio dal 2011, che vanta gittata di 12.000 km e porta da 3 a 6 testate di potenza fra 300 e 500 kt l'una. Lo Yars è dislocato sia in silos fissi, più vulnerabili, anche se scavati in bunker corazzati, sia su enormi camion lanciatori MZKT a 16 ruote motrici. Grazie alle rampe mobili è quasi impossibile eliminare tutto il deterrente russo con base a terra con un primo attacco a sorpresa, dato che i veicoli sono sempre in movimento nelle foreste siberiane.

Così la Russia s’assicura una riserva di “secondo colpo” più ampia di quella americana, dato che negli Usa tutti gli intercontinentali Minuteman, e i loro successori Sentinel, sono in silos fissi. Dal 2023 è operativo l'RS-28 Sarmat, con gittata di 18.000 km e capacità di 10 testate da 750 kilotoni. Il Sarmat può anche imbarcare tre testate ipersoniche Avangard. È un mini-shuttle di 5 metri che conterrebbe un’atomica dalla potenza è stimata fra 150 kt e 2 mt. L’Avangard planando nella stratosfera a 33.000 km/h arriverebbe in America in pochi minuti. Inquietante è poi il missile da crociera Burevestnik, prodotto dalla Novator di Ekaterinburg, forse la fabbrica su cui indagava il giornalista americano accusato di spionaggio Evan Gershkovich, arrestato proprio a Ekaterinburg nel 2023 e liberato quest'anno. Il Burevestnik ha motore nucleare, non solo la testata, e può volare per giorni o mesi, garantendo la rappresaglia come “vendetta fredda” dopo aver sorvolato oceani e zone desertiche per aggirare le regioni più presidiate.

 

 

 

AUTOMATISMI
La Russia mantiene probabilmente un sistema di risposta nucleare automatica d’origine sovietica, come forse anche gli Stati Uniti con il loro ERCS, che consente di lanciasi ricevono dati su un attacco missilistico balistico in arrivo vengono attaccati comando nucleare, controllo e infrastrutture di comunicazione viene usata un'arma nucleare contro la Russia o suoi alleati con attacchi con armi convenzionali si minaccia l'esistenza della Russia La nuova condizione aggiunta a novembre 2024 se si ricevono attacchi da Paesi non nucleari (Ucraina), ma con il sostegno di Paesi nucleari (Usa) re i missili anche se un attacco nemico decapita i vertici incenerendo Mosca e i comandi.

Ricorda «l'ordigno fine di muondo» immaginato nel 1964 da Stanley Kubrick nel film “Il dottor Stranamore”. È l'apparato Perimeter, che, se innescato, può rilevare esplosioni nucleari e aumento di radioattività sul territorio russo con una rete di sensori, al che i computer comandano il decollo di missili ripetitori che da alta quota trasmettono a tutte le basi nucleari l’ordine di lancio dell’arsenale. Macchine danno ordini ad altre macchine e agli uomini non resta che morire.