Follia

Trump vince, le donne di sinistra fanno lo sciopero del sesso

Costanza Cavalli

Sia maledetto l’esprit de l’escalier, lo spirito delle scale, ovvero quando la risposta a una provocazione viene in mente troppo tardi, non al momento opportuno ma quando si è già sulle scale, verso l’uscita. Le femministe hanno un’incrollabile passione per l’autosabotaggio e se avessero aderito al Movimento 4B prima del voto, non a urne chiuse, siamo pronti a scommettere che il corso della storia sarebbe andato diversamente: avrebbe vinto Kamala Harris.

Per protestare contro la vittoria di Donald Trump, infatti, l’ultima trovata dadaista delle donne americane è stata aderire al Movimento 4B, movimento nato in Sud Corea su Twitter nel 2018, sull’onda del #MeToo, e che denunciava l’epidemia di telecamere nascoste che filmavano le vittime negli spogliatoi, in bagno, durante l’atto sessuale. 4B sta per “bihon” (niente matrimonio con gli uomini), “biyeonae” (niente appuntamenti), “bichulsan” (niente parto) e “bisekseu” (niente sesso con gli uomini).

 

 

 

In un contesto di patriarcato (reale), di abusi e violenze (in un sondaggio condotto su 2.000 uomini, otto su dieci hanno ammesso di aver avuto comportamenti violenti nei confronti della propria partner), di enorme divario salariale di genere (la Corea del Sud è al 94esimo posto su 146 nazioni nell’indice globale del Forum economico mondiale sul divario di genere), il Movimento è stato una forma di protesta rivoluzionaria.

Le statunitensi sono ora pronte a rendere un prodotto hollywoodiano anche il 4B. Su Instagram, Tik Tok e X, si susseguono post di questo tenore: «Faccio la mia parte di donna americana: ho mollato il mio fidanzato repubblicano ieri sera e questa mattina mi unisco ufficialmente al Movimento 4B», ha scritto un’utente su X. Molti dei video pubblicati su TikTok sono diventati virali, ottenendo milioni di visualizzazioni. Mercoledì, alla conferma della vittoria di Trump, le ricerche su Google sono aumentate del 450 per cento, il maggior interesse proveniva da Washington DC, Colorado, Vermont, Minnesota.

«Ragazze, dico sul serio: è tempo di chiudere i vostri uteri ai maschi. Questa elezione dimostra ora più che mai che ci odiano e ci odiano con orgoglio. Non premiateli», è il commento di un’altra utente di X. In un video, una donna si allena su un’ellittica: «Costruirò il corpo dei miei sogni che nessun uomo toccherà per i prossimi quattro anni», si legge nella didascalia. Quattro anni? Ed ecco qui l’esprit de l’escalier: ad averle sapute prima, queste 4B, ad aver cominciato prima a “boicottare” gli uomini e ad averli ricattati prima i vari maschi «che ci odiano» – «guarda che non te la do finché non mi assicuri che non voterai quel pazzo misogino che pensa di governare il mio corpo» – Kamala Harris sarebbe la prima Presidente(ssa?) degli Stati Uniti d’America. Ma, oltre al disgraziato tempismo, le femministe americane (e quelle che usano il femminismo come se fosse una spilla da indossare, non un “movimento”, uno slancio, un motore) hanno altre tre caratteristiche. La prima è che sono schizofreniche: non fanno un plissé nel ritenere donna chiunque si dichiari tale, anzi, si sentono più progressiste e brandiscono il gender come conquista d’avanguardia.

 

 

 

La seconda caratteristica è che, avendo in uggia la scatola cranica, non si rendono conto che il Movimento 4B aveva un senso in Sud Corea, ma non ne ha nessuno alle loro longitudini. A meno che, alle signore, non facciano orrore il sesso, il matrimonio e gli appuntamenti. E allora c’è da chiedersi perché si siano prestate a queste attività prima dell’arrivo del temibile tycoon. La Rivoluzione sessuale degli anni Sessanta fa sembrare le femministe di oggi ricamatrici del secolo scorso.

Terza caratteristica: non fanno i conti con la realtà. Sebbene Harris sia stata in testa tra le donne, con il 53 per cento dei voti femminili rispetto al 46 per cento di Trump, il suo margine è stato più ridotto rispetto alla quota del 55 per cento di Biden quando vinse le elezioni quattro anni fa. Tutte insieme e tutte uguali, come se incarnassero un paesello di provincia: in branco per invocare la loro indipendenza nel corpo e nella mente, non sopportano chi del suo corpo e della sua mente fa qual che vuole, ma individualmente. La libertà è un utero collettivo, ma un singolo voto, diverso dal loro, è eversione. Maschio, sei avvertito, la prossima volta che incroci una signora, chiedi subito che ne pensa del 4B. Se parte una concione, scappa. Dribblare una femminista val bene un attacco di angina.