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Ann Selzer e sondaggi sballati negli Usa: un gioco sporco contro Trump?
Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali. Nonostante i sondaggi e i sondaggisti, vien da dire. Alla vigilia del voto, gli esperti più accreditati dai media erano concordi nel definire la sfida tra il tycoon e Kamala Harris una delle più serrate della storia recente del Paese. Basti pensare che soltanto ieri, martedì 5 novembre, lo statistico Nate Silver aveva addirittura paragonato il voto al lancio di una monetina. Ma la realtà fotografata dalle urne è stata molto diversa. Trump non solo ha vinto in tutti gli Stati in bilico. Ma ha anche trionfato anche nel voto popolare.
Nate Silver, però, è in buona compagnia. A ridosso del voto, lo scorso fine settimana, una delle sondaggiste più quotate degli Stati Uniti, Ann Selzer, aveva attirato l'attenzione su di sè con una rilevazione che attribuiva a Harris un vantaggio del tre per cento su Trump in Iowa. Ebbene, con oltre il 95 per cento delle schede scrutinate, Trump si appresta a vincere in Iowa con il 56 per cento dei voti contro il 42 di Harris: un distacco di 14 punti. Insomma, difficile non ipotizzare che dietro a sondaggi così sballati non ci sia della malafede: dare Kamala Harris "in rimonta" oppure "vicina a Trump", per ovvie ragioni spinge gli elettori non troppo motivati ad andare alle urne. Ma con discreta evidenza non ha funzionato...\
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Molti sondaggi si sono sbagliati anche sul sostegno delle donne alla candidata democratica. L'ultima rilevazione dell'emittente Nbc News prima del voto attribuiva a Harris un margine di vantaggio di 16 punti (57 a 41) nell'elettorato femminile. Secondo gli exit poll pubblicati nel corso della notte elettorale da Abc News, in realtà, il vantaggio della vicepresidente statunitense tra le donne è stato di soli dieci punti: 54 a 44. Quattro anni fa l'elettorato femminile favorì il presidente Joe Biden con un distacco di 14 punti su Trump.
È stata probabilmente sottostimata anche l'insoddisfazione degli elettori per la situazione economica del Paese, probabilmente il principale fattore che ha premiato Trump alle urne. A livello nazionale, secondo gli exit poll, la percentuale di quanti ritengono che le proprie condizioni finanziarie siano peggiorate con l'attuale amministrazione è stata del 45 per cento, superiore al 42 per cento del 2008, l'anno della recessione e della crisi dei mutui "subprime".