Cambio in corsa
Israele, Benjamin Netanyahu rimuove Yoav Gallant da ministro della Difesa: chi lo sostituisce
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rimosso dall'incarico di ministro della Difesa Yoav Gallant, nominando al suo posto Israel Katz, già ministro degli Esteri. Lo rende noto l'ufficio di Netanyahu. Al posto di Katz, la guida del ministero degli Esteri è stata affidata a Gideon Saar. "La sicurezza dello Stato di Israele è sempre stata, e rimarrà sempre, la missione della mia vita", ha commentato Gallant su X. “Purtroppo, sebbene nei primi mesi di guerra ci sia stata fiducia e un lavoro molto fruttuoso, negli ultimi mesi si è incrinata la fiducia tra me e il ministro della Difesa", ha spiegato Netanyahu.
Dall'Hostages and Missing Families Forum arriva una netta condanna per la decisione di Netanyahu. Il siluramento di Gallant sarebbe solo "un altro tentativo di affossare l'accordo sugli ostaggi". Il gruppo, che rappresenta le famiglie delle persone prese in ostaggio il 7 ottobre, chiede al nuovo ministro della Difesa Katz di "esprimere un impegno esplicito per la fine della guerra e di portare a termine un accordo per l'immediato ritorno di tutti i rapiti". "Il licenziamento del ministro della Difesa è una prova delle scarse priorità del governo israeliano", aggiunge il Forum su X affermando che "gli obiettivi militari nella Striscia di Gaza sono stati raggiunti" e che Israele deve ora ottenere un "accordo per il rilascio di tutti i rapiti e la fine della guerra".
"Una spedizione di caccia senza precedenti nel mezzo di una guerra". Così in una nota l'ufficio di Netanyahu ha commentato la notizia dell'indagine penale avviata dalla polizia israeliana riguardanti "fatti gravi risalenti all'inizio della guerra" all'interno dello stesso ufficio del premier. Lo ha riferito il Times of Israel. "Dopo un anno di fughe di notizie dalle riunioni di gabinetto e dalle discussioni sugli ostaggi, che hanno fornito informazioni preziose ai nostri nemici, le uniche due indagini che sono state aperte sono dirette contro l'ufficio del primo ministro e non contro i responsabili delle fughe di informazioni, nessuno dei quali è stato indagato e che hanno causato danni enormi agli ostaggi e alla sicurezza di Israele", si legge nella nota.
"Come per gli altri tentativi di gonfiare le accuse contro il primo ministro e il suo entourage, anche in questa occasione la montagna non partorirà un topolino", prosegue la nota, "ma porterà sicuramente a difficili domande sull'applicazione selettiva senza precedenti e infondata della legge".
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