Verso il voto
Donald Trump sta concentrando i soldi negli stati-chiave: sondaggi alla mano, una strategia geniale
In una campagna elettorale agli sgoccioli, con uno scenario che alimenta sensazioni che cambiano di continuo, ci sono alcuni numeri che spiegano la strategia di Donald Trump per tornare alla Casa Bianca con le elezioni di martedì.
Nel corso del testa a testa con Kamala Harris, l’ex presidente repubblicano ha messo in chiaro quali sono gli Swing States sui cui ha deciso di puntare forte. Il sito Politico.com ha infatti analizzato gli sforzi economici profusi e il numero di comizi che ha tenuto stato per stato: confrontandoli con le ultime rilevazioni dei sondaggi, alcuni conti tornano. Facciamo ordine.
PENNSYLVANIA
13 luglio 2024, Trump è sul palco di Meridian, durante una fiera agricola, quando viene raggiunto da alcuni colpi di fucile per mano di Thomas Matthew Crooks. Viene colpito all’orecchio, ma si salva e mentre viene scortato dalle guardie del corpo si rivolge alla folla, alza il pugno e dice «Fight! Fight!». Un capitolo storico della politica americana. Ci è tornato a ottobre, gesto simbolico che si inserisce nei 17 appuntamenti complessivi tenuti in questo stato, per il quale ha investito 41 milioni di dollari in spot e pubblicità.
È lo Swing State che pesa più di tutti con i 20 Grandi elettori che porta in dote. Trump lo ha strappato ai Democratici già nel 2016. Appartiene alla Rusty Belt, la zona che è stata terra di grandi industrie ed è il cuore di questa tornata: la media dei sondaggi da Trump e Harris perfettamente alle pari. Oltre un milione e 600.000 elettori hanno già votato, per lo più quelli registrati come democratici. Quella tra il 5 e il 6 novembre sarà una notte infinta. NORTH CAROLINA Dalla valle della ruggine alla Sun Belt, la cintura che raggruppa gli stati meridionali. North Carolina, 15 Grandi elettori. Trump ci è passato 11 volte e ha speso 36 milioni di dollari, apparentemente ben impiegati se verranno confermate le proiezioni che gli attribuiscono il 50,6% dei voti.
Qui il numero di persone che hanno già espresso la loro preferenza è molto alto: in 3.650.000 si sono recati fisicamente ai seggi, in 205.000 hanno optato per il voto postale. Si dividono in modo piuttosto omogeneo tra repubblicani, democratici e indipendenti, la fetta preziosissima per gustarsi la torta completa.
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GEORGIA
Georgia on my mind è il titolo di una canzone degli Anni ’30, resa famosa dall’interpretazione di Ray Charles. È anche nei pensieri di Trump: 35.4 milioni di dollari per la campagna elettorale, a fronte di soli sei appuntamenti. Ci sono in ballo 16 Grandi elettori che nel 2020 scelsero Joe Biden, mentre ora sembrano preferire il tycoon, accreditato di un 50,8%, con Harris ferma a 49,2. Le probabilità di vittoria repubblicana sono piuttosto certe, per bissare il successo del 2016. Quasi tre milioni e mezzo di persone hanno già imbucato la scheda al seggio, mentre quasi 230.000 lo hanno fatto con il voto per posta.
MICHIGAN
Si torna a Nord, nello stato dove sorge Detroit, l’ex capitale dell’industria automobilistica. Qui i Democratici stanno cercando in tutti i modi di assicurarsi il voto delle comunità di colore. Qui Trump ha investito 29.7 milioni di dollari e ha incontrato i suoi 11 volte. Ci sono altri 16 Grandi elettori da strappare per tornare da presidente a Washington. I sondaggi scommettono su Harris: 50,6% contro 49,4. Differenze davvero minime che riportano a otto anni fa, quando Trump si impose su Hillary Clinton con il 47,50% dei voti, +0,23%. 2 milioni e 580.000 elettori hanno già scelto.
WISCONSIN
Appena accanto, tra le foreste e la campagna dell’entroterra, Milwaukee (birra e Harley-Davidson) e Green Bay, dove si trangugia football americano. I Repubblicani sembrano crederci di meno, se c’è uno Swing State da lasciare sul campo pare sia proprio il Wisconsin (10 Grandi elettori). Tra gli stati industriali, è quello che ha raccolto meno sforzi economici da Trump, per quanto 22.8 milioni di dollari siano sempre un bel gruzzolo, con 6 impegni in agenda. Kamala Harris arriva al 5 novembre con il 50,5% nei sondaggi, mentre Trump è al 49,6. Sono già stati raccolti più di un milione e 388 mila voti, la maggior parte ai seggi.
ARIZONA
Non ci sono in ballo solo l’East Cost e il Mid-West. Arizona, nel profondo Sud-Ovest di Canyon, il mito della frontiera. Più ci si sposta verso il Pacifico, più ci si addentra in territori democratici, ma qui (11 Grandi elettori) Trump ha comunque speso 20 milioni di dollari, pur palesandosi solo 4 volte. Tant’è: è avanti di due punti (51% contro 49%).
2.138.000 elettori hanno votato anticipatamente e per lo più sono registrati come repubblicani. Si ripeterà il risultato del 2016? È sempre più probabile.
NEVADA
Fate il vostro gioco, le scommesse sono aperte. Non poteva essere altrimenti, nello stato di Las Vegas. È tutto sul piatto: 50/50. Tra gli Swing States è quello che conta il numero più basso di Grandi elettori (6), ma ormai è chiaro che valgono come l’oro. Clinton nel 2016, Biden nel 2020, stavolta davvero non si sa. In più di 950.000 hanno già scelto, ma il risultato dei dadi sul tappeto verde lo scopriremo solo tra qualche giorno.