Arsenali

W93, il missile ipersonico che fa il giro del pianeta: come supera ogni difesa

Mirko Molteni

Le grandi potenze rinnovano gli arsenali nucleari privilegiando precisione e capacità di superare le difese antimissile, rispetto alla forza bruta. Gli Stati Uniti progettano dal 2023 la nuova testata W93 nei laboratori di Los Alamos. wLa W93, di potenza ancora ignota, sarà operativa dopo il 2031 sui missili Trident D5 lanciabili dai sottomarini della US Navy, con gittata di 12.000 km. Armerà i nuovi sottomarini classe Columbia, che rimpiazzeranno gli Ohio. Il veicolo di rientro, cioè il guscio che contiene la bomba e rientra nell’atmosfera, manovrando per schivare gli antimissile, sarà il Mark7RB, cono con alette direzionali estraibili. Stesso veicolo che la Gran Bretagna userà per la nuova testata nucleare britannica ancora senza nome, che secondo Londra avrà in comune con la W93 solo le parti non nucleari.

Si sospetta che in realtà la W93 sia una testata condivisa tra USA e Gran Bretagna, la quale imbarca missili Trident D5 sui sottomarini Vanguard, che dal 2030 lasceranno il passo ai Dreadnought. Per il nuovo missile intercontinentale dell’US Air Force LGM-35 Sentinel, lanciabile da silos terrestri, gli americani adotteranno la testata W87Mod.1, evoluzione della precedente W87. La realizzazione è iniziata nel 2019 nei laboratori Livermore e il 2 ottobre 2024 la National Nuclear Security Administration ha presentato il primo “nocciolo” in plutonio destinato alla W87 Mod.1, dalla potenza stimata in 300 kilotoni, 20 volte Hiroshima.

 

L’America rincorre Russia e Cina. Nelle ultime esercitazioni nucleari, il 22 ottobre 2024, Putin ha mobilitato missili intercontinentali Yars su rampe autocarrate. Lo Yars porta tre testate da 200 kilotoni e da esso è derivato il Barguzin, lanciabile da vagoni ferroviari e con gittata di 12.600 km, che imbarcherebbe da 10 a 16 testate di piccola potenza, oppure veicoli di rientro ipersonici Avangard.

Ma il suo sviluppo è “congelato” dal 2020 per finanziare il parallelo missile Sarmat. S'ipotizza che Mosca possa “resuscitare” il Barguzin e completarlo in pochi anni. Il Sarmat, il più nuovo intercontinentale russo, operativo dal 2023, “tira” fino a 18.000 km e porta 10 testate da 750 kilotoni o tre ipersonici Avangard, in alternativa a un satellite FOBS di bombardamento orbitale che aggira il pianeta arrivando in America passando dal Polo Sud per sganciarvi le testate. “Cuore” di vari missili russi, l'ipersonico Avangard è una testata a cuneo appiattito, lunga 5,4 m e del peso di 2.000 kg.

Conterrebbe un ordigno fra 150 e 800 kilotoni, forse 2.000 kilotoni. Con velocità di 33.000 km/h metterebbe in crisi le difese. La Cina tace. Il 25 settembre 2024 i cinesi hanno per la prima volta provato un missile intercontinentale in pieno Pacifico. Di tipo non dichiarato, l'ordigno ha percorso 12.000 km facendo inabissare una testata finta al largo della Polinesia. Si suppone fosse il recente DF-41, presentato nel 2019 e accreditato di un carico di 10 testate da 150 kilotoni o 8 da 250 kilotoni. Potrebbe venir armato con testate ipersoniche simili all’Avangard russo che la Cina sta sviluppando in segreto, una detta DF-ZF, l’altra, ignota, oggetto nel 2021 di un lancio spaziale di prova.