Estrema

Mia Khalifa, ecco Hamas a luci rosse: gli agghiaccianti post erotico-islamisti

Roberto Tortora

Del conflitto Israele-Hamas ne parlano ormai tutti, proprio tutti. Anche le pornostar. In questo caso, però, è rilevante il messaggio di Mia Khalifa, ex star del cinema erotico libanese naturalizzata statunitense che oggi spopola su TikTok e OnlyFans. La donna lancia un’invettiva contro Joe Biden scrivendo:“This geriatric fuck can’t ceasefire anything”, cioè “questo fo****o vecchiaccio non sa spegnere il fuoco di nulla”. Fin dalla strage del 7 Ottobre Mia si è sempre schierata pro-Hamas, indossando t-shirt di sostegno ai terroristi fotografati mentre sparavano a persone indifese, bambini compresi.

In un post, addirittura, Khalifa invita i combattenti di Hamas a mettere il cellulare in orizzontale per meglio mostrare quello che stavano facendo, per poi definire “pittura rinascimentale” una foto di uomini di Hamas armati a bordo di un pickup. Così l’attrice al New York Time: “È vero è il caos, un totale caos, ma rivendico il mio diritto ad avere un’opinione e non limitarmi a fare il mio lavoro”.

 

Di sicuro Mia non è mai stata una star dell'hard come le altre, ascesa agli onori delle cronache su Pornhub, si è mostrata all’estremo come donna musulmana libera di esibire il proprio corpo, a costo di subire minacce di morte direttamente dall’Isis per aver recitato in un film indossando un hijab, il velo tipico delle donne musulmane, oltre che per aver sfoggiato dei tatuaggi in cui è scritta una frase dell’inno nazionale del Libano ed è raffigurata la croce simbolo del partito cristiano-conservatore libanese.

 

Se prima la battaglia femminista di Mia Khalifa aveva un senso universale, ora invece il suo schieramento politico è particolare. Su X ha 6 milioni di follower, su Instagram 26 e su TikTok ben 38! È chiaro che i suoi tweet hanno un seguito. Sempre al New York Times, la Khalifa ha ribadito il proprio sostegno ad Hamas: “La prima scena che avevo visto era davvero poetica e bella. C’era un muro rotto e bambini attorno, come fosse il Muro di Berlino. Ecco perché ho parlato di ‘combattenti della libertà’, perché ogni palestinese che ha voglia di vivere è un combattente per la libertà”.