Pyongyang in Europa

Kim Jong-un marcia su Kiev: l'asse del male e una contesa mondiale

George W. Bush aveva torto ma, a differenza di quanto sostengono il mainstream di sinistra e purtroppo anche certo sotto -mainstream di destra, non per eccesso, bensì per difetto. L’Asse del Male, celeberrimo topos retorico neoconservatore utilizzato per la prima volta nel discorso sullo stato dell’Unione del 29 gennaio 2002, esiste eccome.

Semplicemente, e tragicamente, va ben al di là di quel nucleo di Stati-canaglia individuato dall’allora presidente Usa, e tende a coincidere con il vasto fronte delle tirannie e delle autocrazie, il quale a sua volte tende pericolosamente a coincidere con la Sinosfera, ovvero con l’area d’inifluenza della seconda potenza mondiale, retta da un Partito Comunista.

 

I DODICIMILA SOLDATI

Ma andiamo con ordine. Notizia: la Corea del Nord (che era nominata nell’originario Asse bushiano) ha deciso di inviare 12mila soldati, tra cui 4 brigate di forze speciali, a combattere in Ucraina a fianco dell’esercito russo. Lo ha dichiarato Zelensky, lo ha confermato l’intelligence sudcoreana, secondo cui 1.500 militari di Pyongyang sarebbero già stati trasferiti a Vladivostok, e gli altri sarebbero in arrivo. Un ulteriore salto di qualità rispetto ai “più di 13mila carichi di munizioni, missili, missili anticarro e altre armi letali” con cui, sempre secondo i servizi di Seul, Kim avrebbe rifornito l’amico Putin negli ultimi mesi, a partire dall’accordo di partenariato strategico firmato a fine giugno. «Un rapporto indissolubile di compagni d’armi»: così il dittatore coreano descrisse la relazione con lo Zar post-sovietico, e oggi si appresta a dare all’espressione il senso più letterale possibile. Quello dei corpi fianco a fianco nel macello di trincea in cui si è convertita da quasi subito la guerra-lampo che esisteva solo nella mente della corte putiniana (e dei suoi numerosi sottoufficiali in Italia) (...)

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