Guerra in corso

Hezbollah, i cercapersone esplosi? Ecco perché hanno spianato la strada alla fine di Nasrallah

Antonio Castro

Israele ha avuto la pazienza di tracciare giorno per giorno la mappa del terrore per 3, 4 anni. Poi, quando un gola profonde libanese (Le Pariesien), ha confermato che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, era arrivato nel compound sciita di Beirut, cuore del “regno del Partito di Dio”, gli F15 israeliani si sono alzati in volo e hanno scaricato sui 6 edifici 80 bombe perforanti da mille chili (Haaretz). Un colpo di fortuna? Non proprio. C’è voluta pazienza, tanta pazienza, per non svelare il cavallo di Troia esplosivo nascosto nei walkie-talkie e in migliaia di cercapersone che iraniani e guerriglieri sciiti di Hezbollah utilizzavano nell’illusione di non farsi individuare.

Peccato che gli stessi piccoli dispositivi oltre alla microscopica dose di esplosivo - che li ha resi strumenti letali per decimare gli affiliati di Nasrallah - abbiano consentito ai cervelloni elettronici di Idf, Mossad, Shin Bet e Aman (acronimo di AgafHaModi’in, intelligence indipendente dalle tre forze armate), di elaborare negli anni una mappa dettagliata degli spostamenti, degli incontri, dei luoghi di raduno e dei sentieri di approvvigionamento dei “guerriglieri di Dio”. E visto che ogni singola informazione va riscontrata “sul campo” - per non incappare in clamorosi errori- ci vuole tempo per averne la certezza. Identificare la precisa posizione, geolocalizzare l’eventule bersaglio. Soprattutto quando intorno sorgono aree civili adoperate da sempre a Gaza, come in Libano, “scudi umani”.

 


Il volantinaggio aereo dell’aeronautica militare israeliana è servito anche a questo. “Allontanatevi” scritto in arabo, ebraico, francese, inglese è stato l’invito preventivo. Poi sono cominciati i bombardamenti mirati. E continueranno (come è successo ieri e l’altro ieri) per radere al suolo depositi e siti di lancio. Basti considerare che un singolo missile da crociera D3 (200 chilometri di gittata, 300 chilogrammi di testata), installato e pronto al lancio si può tranquillamente alloggiare in un edificio residenziale nelle campagne libanesi. Armi nascoste nelle cantine, nelle soffitte e nei magazzini di villaggi rurali. Hezbollah (quardate le immagini in esclusiva del Corriere della Sera), ha costruito una imponente rete sotterranea di tunnel. La trivella (lunga 200 metri dal peso di alcune centinaia di tonnellate) è stata “prestata”, pare, dagli amici della Corea del Nord. Una rete di tunnel, torri di lancio occulte, safe room sotterranee dove possono circolare camion e si stoccano gli oltre 150mila missili forniti dall’Iran. Ora - con il tracciamento degli spostamenti dei fedelissimi della milizia - si passerà a “sminare”. L’intelligenza artificiale ha permesso di ricostruire punti di accesso e uscita, pozzi di lancio e itinerari di rifornimento. Anche rintracciando altri fornitori che si sono arricchiti alimentando l’arsenale delle brigate del Partito di Dio. Inshallah, Se Dio vuole/vorrà.

 

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