La diavolessa

Se il Nicaragua è sotto la dittatura di una strega di nome Rosario

Marco Respinti

Dietro un grande tiranno come Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, c’è una donna altrettanto grande nel tiranneggiare: Rosario Murillo, vicepresidente ma al contempo «Primera dama» essendone la compagna di lotta e di letto dal 1977 (il nome con la finale «o» non tragga in inganno). Lui è il «Comandante», lei per la gente è «La Chamuca»: la Diavolessa. E, sfidando la tautologia, la frase che nel Paese corre di bocca in bocca per farsi capire bene è: «La Chamuca es bruja», la diavolessa è una strega. Rosario gode infatti fama di cultrice di arti oscure e per confermarla fa di tutto.

Quando nel 1979 Ortega portò al potere il comunistissimo Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale perseguitò i cristiani in maniera esemplare, sia i cattolici sia i protestanti della Chiesa morava di derivazione hussita, diffusi fra gli indigeni Miskito. Trascinò il Nicaragua in una guerra civile sanguinosa combattendo i Contras, che godettero pure della benedizione della Chiesa e le cui file furono ingrossate anche dai fucili automatici e dai machete dei Miskito, spogliati e angariati dal sandino-comunismo in barba alla retorica comunista per i diseredati.

 

 

Ortega governò fino al 1990 e per i cristiani non fu mai facile. Ma il livore contro il cristianesimo che il neo-sandinismo di Ortega e compagna dimostra oggi, da un lato è un film già visto, dall’altro farina del sacco di madama Diavolessa. Perché certo, quel nomignolo le fu appioppato ironicamente nel 2006 dal caricaturista Manuel Guillén di La Prensa (la storica voce dell’opposizione anticomunista che, soppresso dal regime, trovò ospitalità in Italia sul settimanale Il Sabato), ma Rosario, invece di prendere il tè con le amiche del circolo, rimesta davvero il calderone infernale.

IL SABBA DI MANAGUA

È infatti stata «La Chamuca» stessa a fare outing alla fine della campagna elettorale sandinista del 1990, annunciando il primo Congresso latinoamericano di stregoneria, parapsicologia e medicina popolare nella capitale Managua. Il management di Ortega trasalì, fece di tutto per minimizzare, ma alla fine fu proprio il «Comandante» a difendere il primo sabba ufficiale dei Caraibi sostenendo che, se uno ha la fede, fuga tutte le paure, e così ha continuato a fare fino a oggi. Qualcuno giura che sia un “effetto Rasputin”, ma il punto è che, strada facendo, il Nerone nicaraguense ha abbracciato la fede cristiana.

Nessuno può giudicare il cuore degli altri, ovvio, ma gli atti sì. Già a suo tempo, infatti, Ortega aveva nominato ben tre preti a capo di altrettanti ministeri del suo governo marxista-leninista, reggicoda di un regime anticristiano, che infatti furono scomunicati. Una volta perso il potere e numerosi tentativi di riconquistarlo, Ortega è andato fra le gambe del diavolo (sic) pur di tornare in vetta facendo e disfacendo alleanze con tutti, ecclesiastici, conservatori, neoliberisti, opposizione e quanti altri. Una volta di nuovo in sella, nel 2007, ha quindi ripreso dove aveva interrotto. Per gradi, certo, ma in una escalation inesorabile.

Nel 2013, come Xi Jinping nella Cina comunista, ha cambiato la Costituzione per garantirsi la rielezione a vita e, senza più limiti, ha riaperto la vecchia guerra. Solo a contare dal 2018 sono 740 gli attacchi a obiettivi cristiani: profanazioni, aggressioni, sequestri, arresti arbitrari ed espulsioni dal Paese anche di vescovi. Nel 2022 è stato cacciato il Nunzio apostolico. Le strade sono il parco divertimenti delle turbas, le squadracce di scappati di casa con mostrine e armi fino ai denti che, per mandato preciso del Comandante e della Diavolessa, purgano gli sgraditi. Il motivo di tanta rabbia repressa i nicaraguensi lo riconducono proprio a quel famigerato primo congresso di streghe. Nel bel mezzo dei lavori, infatti, i sandinisti persero le elezioni, e chi incolpare di tutto se non i cristiani?

La coppia, riferisce La Prensa, quotidiano schierato ma autorevole, accarezza infatti un progetto antico quanto la Rivoluzione Francese, praticato dal nazismo e specialità dei comunisti: creare una Chiesa nazionale scismatica e lacchè per mettere nel sacco i credenti. In Nicaragua almeno il 45% della popolazione è cattolica praticante, più gli altri. Vanno insomma addomesticati oppure abbattuti: anzi, le due cose assieme, come faceva la strega di Hansel e Gretel ingrassando i ragazzi che intendeva divorare. «La Chamuca», classe 1951, sei anni più giovane di Ortega, flirta con l’occultismo da sempre. La iniziarono il padre Teódulo Murillo Molina, produttore di cotone e bestiame, e la madre, Zoilamérica Zambrana Sandino, incominciò con lo spiritismo. Lo testimoniò nel 2021 al periodico colombiano Semana il primo dei quattro mariti della Diavolessa, il comunista Hassan Morales.

IL NUMERO DELLA BESTIA

Per molti, gli «arbolatas» di metallo colorato che, disseminati dalla Diavolessa per Managua dal 2023, consumano 17mila led ciascuno sono evidenti tributi occulti. Qualcuno vi ha pure contato 666 foglie. Il diplomatico Arturo McFields fu ospite di Rosario per il Natale 2006 nella sua residenza, El Carmen, fra statue di Buddha, simboli occulti, candele e sale ovunque, più un Gesù riletto secondo le categorie della rivoluzione marxista e del cattolicesimo progressista che lei ha bordeggiato a lungo. In questa insalata russa ci sono anche voodoo, santeria e il guru Sai Baba: un insieme, cioè, di New Age, confusione, ciarlataneria e cose inquietanti soprattutto quando si traducono in quelle pratiche violente e repressive di governo che hanno fatto del Nicaragua uno dei Paesi più pericolosi del mondo.

E che il giorno dell’insediamento ufficiale per il suo secondo mandato alla vicepresidenza, nel gennaio 2022, la «Primera dama» abbia voluto un enorme pentagramma disegnato sul selciato di Plaza de la Revolución a Managua con la punta in basso, alla occultista, fa rizzare i peli ai cristiani. Certo, nemmeno alle streghe le ciambelle riescono però sempre con il buco. Pare che secondo una tal Morgana (poca fantasia, evidentemente), strega costaricana, non tutte le fattucchiere ritengano Rosario una collega. Morgana comunque sì, e aggiunge che Rosario può pure praticare in autonomia. Scappa anche da ridere.

E però nel 1992 il saggista italiano Giovanni Cantoni pubblicò un testo apripista non ancora sfruttato come meriterebbe. S’intitolava Dopo Marx, i maghi? La riscoperta del pensiero magico in una cultura postmarxista e pareva fantascienza. Il Nicaragua dei compagni Ortega dimostra però tutt’altro. Certo, negli Stati Uniti la più chiassosa delle “Chiese” sataniste è solo una banda di libertari con il chiodo fisso dell’aborto a go go. Ma forse aveva ragione il buon vecchio C.S. Lewis nel dire che Satana è contento sia dei negromanti sia dei materialisti: gli uni lo adorano, gli altri dicono che non esista e lui sfrutta entrambi.

Comunque le cronache di Managua ricordano che con «La Chamuca», madre di 10 figli da quattro uomini diversi, il Comandante Ortega ha avuto 7 figli (e un ottavo con un’altra donna) e che dal processo per abusi pedofili sulla prima figlia che Rosario ebbe dal primo matrimonio egli si sia salvato solo grazie all’immunità parlamentare di cui gode come deputato dal 1990. Lei si chiama Zoilamérica Narváez Murillo. Nel 1998 denunciò Ortega per averla continuamente violentata dal 1978, quando aveva 11 anni. Il potere della Diavolessa sua madre e del Comandante suo patrigno è così forte che, pur eletta nell’Assemblea nazionale, Zoilamérica vive in Costa Rica. Là dirige Comunidad Casabierta, una organizzazione di attivisti LGBT.