La vittoria in Germania dell’AfD

Germania, la crisi tedesca è quella di un modello di unione lontano dalla gente

Gianluigi Paragone

Attenzione a pensare che il successo dell’Alternativa per la Germania, la AfD, sia solo il voto della paura senza una tesi politica. Il suo successo si sta consolidando parimenti all’indebolimento dell’economia reale e al trauma di crisi occupazionali. Insomma, potrebbe non essere una meteora. La vittoria del partito di Alice Weidel alle recenti elezioni nei Lander della Turingia e nella Sassonia (dov’è arrivata seconda incollata alla Cdu) apre per la prima volta la discussione sull’uscita dei tedeschi da Eurolandia, una questione tutt’altro che nascosta ma esplicitata sia nel programma,sia nelle relazioni diplomatiche, sia nelle conversazioni con la stampa internazionale, come l’altro giorno è accaduto con Repubblica.

LA MINACCIA “DEXIT”
La crisi industriale tedesca sta dentro le contorsioni e le contraddizioni dell’Unione europea. «La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue; la Ue, al contrario, ha bisogno della Germania», ha esplicitato la Weidel. «La Ue dovrebbe comportarsi di conseguenza; solo a queste condizioni un’uscita della Germania dalla Ue non si renderà necessaria». La “minaccia” della Dexit è sul tavolo. Vediamola. Dice bene la Weidel: per sopravvivere loro possono fare a meno dell’Unione europea.

 

 

 

Per sopravvivere, appunto; che è profondamente diverso dal periodo d’oro che la Ue ha concesso al governo di Berlino. La Germania è cresciuta a dismisura giocando sul suo peso politico nella scrittura delle regole. La Germania, in asse con la Francia, ha schiacciato l’Italia, rendendola meno competitiva e dunque “tossica” dell’economia renana; lo ha fatto con l’euro, cioè il vecchio Marco svalutato al punto giusto per far volare le loro esportazioni. Con una moneta forte e con trattati rigorosi per i Paesi più indebitati, i tedeschi - alleggeriti dai costi mostruosi dell’unificazione grazie al l’operazione “euro” - hanno comandato all’interno dell’eurozona senza che nessuno battesse ciglio sia sul surplus prolungato della bilancia commerciale, sia sulle doppie partite contabili tra casse federali e i Lander.

SISTEMA INVECCHIATO

Infine, l’economia tedesca ha girato con performance straordinarie grazie ai rapporti privilegiati con la Russia di Putin circa l”approvvigionamento energetico e l’export, e con la Cina sull’export, specialmente di automobili. Quel software però è invecchiato e l’aggiornamento non basta. La Ue ha lasciato fare al governo di Berlino tutto quel che voleva per crescere economicamente; oggi paga il prezzo della sua inconsistenza ed è esposta alle turbolenze che arrivano da un partito anti-sistema legittimato dal popolo. I tempi sono maturi per affrontare la maledizione e chiedere ai popoli se vogliono ancora l’Unione europea o i loro Stati. Chi ha paura?