Terrore
Solingen, l'attentatore ha urlato "Allah akbar" prima di colpire. L'Isis rivendica
L’aggressore armato di coltello che ieri sera a Solingen ha ucciso 3 persone, ha gridato "Allah Akbar" durante l’attacco. Lo riferisce il quotidiano Welt am Sonntag che cita un rapporto della polizia tedesca in cui si parla del racconto di un testimone. Una delle vittime ferite avrebbe anche dichiarato di "conoscere l’aggressore di Solingen" e che era un frequentatore di una moschea locale.
Nell'attacco tre persone sono morte: si tratta di un uomo di 67 anni e di un uomo e una donna di 56. Otto sono rimaste ferite, di cui 4 in pericolo di vita. Sono state colpite mentre assistevano a un concerto. Il deejay e produttore discografico Tobias Topic ha raccontato sui social che, durante la sua esibizione, il personale della sicurezza gli ha chiesto di continuare a suonare per evitare che si scatenasse il panico tra la folla. Sono in corso ricerche e indagini in tutto lo Stato e in tutto il Paese. "Presumiamo che si tratti di un unico colpevole, ma stiamo indagando in tutte le direzioni", ha spiegato il direttore operativo della polizia di Duesseldorf, Thorsten Fleiss. Secondo le informazioni di Bild, si tratterebbe di un uomo di 20-30 anni, di 1.70-1.75 metri di altezza, dai tratti arabi, statura atletica, barba corta e folta, vestito di nero col berretto. "Dopo aver valutato le prime immagini, presumiamo che si sia trattato di un attacco deliberatamente mirato al collo" delle vittime, ha rimarcato Fleiss. Gli investigatori stanno seguendo "molte piste", continuano a esaminare il movente e non escludono esplicitamente la matrice terroristica. E infatti il gruppo dello Stato Islamico, l’ Isis, ha dichiarato che uno dei suoi membri è l’artefice dell’attacco mortale contro un raduno di cristiani nella città tedesca di Solingen. L’uomo, sostiene l’ Isis in un comunicato dell’agenzia di stampa Amaq dei jihadisti, sull’app di messaggistica Telegram, è un soldato del gruppo "Stato Islamico" ed ha agito per "vendicarsi" rispetto quanto sta succedendo ai musulmani "in Palestina e ovunque".