L'analisi

Hamas? Ecco perché la versione sulla scuola di Gaza non regge

Mirko Molteni

 

Si discute ancora sul bombardamento israeliano di sabato 10 agosto presso il complesso scolastico di Al Tabin, a Gaza City, in cui, secondo fonti palestinesi sarebbero stati uccisi fra 93 e 100 civili. Ma la versione di Hamas vacilla. Nelle ultime ore il portavoce militare israeliano, generale Daniel Hagari, sulla base di conferme dei tre servizi segreti israeliani, Mossad, Shin Bet e Aman, ha rilasciato un'ulteriore lista di 12 terroristi uccisi nel raid, che s’aggiungono ai 19 già dati per centrati nell'incursione. In totale, quindi, sarebbero almeno 31 i miliziani di Hamas e della Jihad Islamica eliminati nel raid.

Secondo la versione ufficiale israeliana l'obbiettivo era una moschea adiacente alla scuola, in cui Hamas aveva stabilito un posto di comando. Stando al colonnello Nadav Shoshani, «i miliziani usavano quel centro di comando per pianificare nuovi attacchi contro le nostre truppe». Non era una scuola in funzione perché, come ha fatto notare su X John Podhoretz, dall’inizio della guerra, le lezioni sono sospese.

 

 

 

Inoltre l'attacco è avvenuto alle 5 del mattino. La scuola era però usata anche come centro di raccolta di profughi. Ma ciò conferma che è la stessa Hamas a scegliere di porre i suoi comandi o arsenali in pericolosa vicinanza della propria gente. Del resto era stato lo stesso defunto capo di Hamas, Ismail Haniyeh, a dire di aver «bisogno del sangue della nostra gente». I militari israeliani hanno dichiarato che l'attacco è stato effettuato «con tre piccole munizioni guidate di precisione», senza dichiararne il tipo, sulla moschea che ospitava il comando nemico.

Un comunicato dell'esercito afferma: «L’attacco è stato condotto usando tre munizioni di precisione che, in accordo con gli esperti, non possono aver causato i danni riportati dall'ufficio informazione del governo di Gaza guidato da Hamas. Infatti nessun grave danno è stato inflitto al complesso». Probabilmente erano tre bombe dotate del sistema di guida satellitare Spice, tutto israeliano, che può sfruttare sia coordinate Gps, sia un sistema elettro-ottico. Può essere applicato anche a bombe di peso relativamente limitato, come quelle da 113 kg, probabilmente quelle scelte da Israele per perforare il tetto della moschea e giungere ai piani sottostanti, contenendo le distruzioni in quell'ala del complesso. Infatti le immagini aeree riprese dai droni mostrano che, dopo il raid, i danni hanno riguardato solo il lato corrispondente alla moschea, sul totale del complesso scolastico che racchiude un ampio cortile.

Il raid è stato materialmente attuato da aerei dell'aviazione israeliana, forse F-16 o F-35, in coordinazione con l'osservazione da parte di un drone e sotto la guida dell’intelligence militare Aman e del servizio di sicurezza Shin Bet. Per far passare la sua versione, che parla di un centinaio di morti, sempre senza fare distinzioni fra civili e miliziani, Hamas ha sostenuto che gli israeliani hanno usato bombe assai più grosse, da 907 kg, senza spiegare però perché gli altri lati del complesso, esclusa la moschea, siano integri. Il raid può aver causato anche vittime fra i civili a causa dell'affollamento e della pratica di usarli come scudi umani, ma il numero dato da Hamas, sui cui criteri di conteggio ci sono dubbi fin da febbraio, pare esagerato.