Universi paralleli
Cosa sarebbe successo se Trump fosse morto
Ci sono stati spari che hanno cambiato la storia, altri che avrebbero potuto cambiarla, altri ancora che sono stati ininfluenti. I colpi esplosi da Gavrilo Princip il 28 giugno 1914 contro l’arciduca Francesco Ferdinando e Sofia Chotek fecero divampare la Prima guerra mondiale. Il 7 aprile 1926 Violet Gibson sparò a Benito Mussolini ma il proiettile sfiorò solo il naso del dittatore e tutto si risolse in un assai poco virile cerotto sul viso. La Grande Guerra sarebbe esplosa lo stesso, l’attentato di Sarajevo anticipò solo gli eventi. Il gesto dell’irlandese a Roma forse avrebbe provocato qualche sconquasso, ma non più di tanto. I colpi sparati al premier slovacco Robert Fico difficilmente avrebbero influito nei processi internazionali, come accaduto invece con l’erede al trono imperiale austriaco e come sarebbe potuto accadere con il fondatore dell’effimero Impero italiano.
Ma quando si parla di Stati Uniti il discorso cambia completamente, si tratti del Presidente in carica odi quello in pectore come con Donald Trump. Anche qui il caso ha giocato un ruolo da protagonista, con una scalfitura all’orecchio in diretta tv in mezzo a tanto caos. Ma se il destino avesse fatto indirizzare il proiettile dell’AR-15 a bersaglio come voleva chi ha premuto il grilletto, quale storia racconteremmo? E, soprattutto, cosa sarebbe accaduto? L’ucronia, o storia controfattuale, da tempo è stata sdoganata dagli storici anglosassoni che ne hanno fatto esercizi logici-speculativi attorno a una variabile reale per disegnare poi le conseguenze virtuali. Se Napoleone avesse vinto a Waterloo è l’esempio classico e lampante di un mondo che, comunque sia, alla fine ritrova sempre il bandolo della matassa per reindirizzarsi immancabilmente sui binari del vero dopo aver percorso quelli comunque affascinanti del veridico. La storia con i “se” e con i “ma”, dunque (...)
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