Niente apocalisse finanziaria
Francia, anche a Parigi smentiti i gufi e i soliti tifosi della catastrofe: vince la Le Pen e la borsa vola
La Borsa di Parigi ha aperto con un balzo del 2,5% ed è restata in territorio positivo oltre l’1% per tutta la seduta, chiudendo a +1,10%. Bene anche Milano, che ha conquistato la maglia rosa di giornata con un guadagno dell'1,70%. Così come Madrid (+1,05%) e Francoforte (+0,33%).
Più debole, ma comunque col segno più davanti, Londra (+0,03%). Dopo giorni di scivoloni e altalene per colpa, si diceva, dell’incertezza politica legata alla sconfitta alle europee di Emmanuel Macron e alla decisione di indire elezioni anticipate, all’indomani del risultato delle urne le Borse sono tornate a volare. Uno sprovveduto, digiuno dei rudimenti della finanza, potrebbe pensare che, considerato il risultato decisamente netto a favore del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, i mercati non abbiano paura delle destre. E festeggino, piuttosto, il primo segnale concreto dopo la confusione seguita al voto per l’Europarlamento. Riflessione sciocca, ingenua e, soprattutto, politicamente scorretta.
Una vittoria delle destre in Francia è l’apocalisse, la fine del mondo civilizzato, l’ultima drammatica pagina della storia democratica del Vecchio Continente. Solo un fesso potrebbe pensare che uno scenario simile potrebbe provocare un sospiro di sollievo. Ed ecco allora pronta la sapiente spiegazione dei fidi analisti di Borsa, che curiosamente ricalca alla lettera quella data dal pensiero unico, ovviamente democratico, europeista e antifascista, che prova a dettare la linea e dare la corretta interpretazione dei risultati elettorali. Altro che vittoria. La povera Le Pen si è dovuta arrendere di fronte alla diga alzata dal Fronte popolare e dal popolo di Macron. Non è riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta (che col sistema francese uninominale a doppio turno nessuno ha mai ottenuto al primo voto) e con i ballottaggi dovrà sicuramente rinunciare alle sue bramosie di potere.