La scelta tra patto di stabilità e difesa

Ue, vanno tolti i vincoli per proteggere i nostri confini

È il caso di cominciare a riflettere seriamente se dar vita ad un fondo comune europeo per far fronte al moltiplicarsi delle situazioni di conflitto. È stato fatto per il Covid (Recovery Found da noi tradotto Pnrr), c’è da chiedersi perché non farlo in chiave sicurezza. Quantomeno scorporando le spese della difesa dal Patto di stabilità europeo. A parole sembra semplice.

Nei fatti ballano miliardi (in tutto centinaia di miliardi) che ogni anno garantiscono ai Paesi del Patto Atlantico di poter erigere un “muro” difensivo.

 

 

L’Europa è ad un bivio: deve decidere. L’esempio del conflitto Russia Ucraina dovrebbe averci insegnato qualcosa. Se l’Europa, sotto l’ombrello Nato, non avesse garantito a Kiev una corposa fornitura di aiuti economici, logistici, alimentari e militari, il gigante russo avrebbe fatto un sol boccone della “piccola” Ucraina. E dopo 843 giorni di conflitto non staremmo qui a ciarlare dell’ultima proposta del Cremlino- anticipata giusto ieri da Vladimir Putin - di mollare quattro regioni dell’Ucraina per chiudere il conflitto.

Sembra passata un’era geologica dal 24 febbraio 2022. Da quando le truppe russe passarono i confini ucraini per dare avvio alle ribattezzate “operazioni speciali” lanciate da Mosca per bloccare l’allargamento ad Est del fronte occidentale. (...)

Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l'articolo integrale di Antonio Castro