Abusi mediatici
Emmanuel Macron, rivolta in Francia: "Come Fidel Castro", occupa le tv
Salvate il soldato Hayer. È vedendo gli ultimo sondaggi che danno la candidata di “Renaissance”, Valérie Hayer, accreditata a un misero 15 per cento, che il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha deciso di scendere in campo in prima persona, intervenendo giovedì sera alle 20 a reti unificate, sui telegiornali di Tf1 e di France 2, ossia i canali televisivi più seguiti di Francia. L’inquilino dell’Eliseo prenderà la parola a tre giorni dal voto per le elezioni europee, dove la sua lista rischia di prendere una batosta storica: Hayer, infatti, potrebbe non solo raccogliere la metà dei suffragi di Jordan Bardella, capolista del “Rassemblement national”, ma anche essere superata dai socialisti, moribondi fino a pochi mesi fa, prima della dinamica impressa da Raphaël Glucksmann.
L’intervento di Macron, a pochi giorni dalla sua visita di Stato in Germania e del suo discorso di Dresda in occasione della Festa dell’Europa, avverrà a margine dell’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia e spazierà dalle elezioni europee alla guerra in Ucraina, fino alle tensioni a Gaza. La tempistica, tuttavia, sta suscitando un’ondata di indignazione tra i partiti di opposizione, che lo accusano di sequestrare i media nazionali a beneficio di “Renaissance”. «Che tipo di emergenza può spingere il presidente a sequestrare i telegiornali alla vigilia della fine della campagna elettorale?», si è chiesto su X François-Xavier Bellamy, capolista alle europee dei Républicains (“Lr”), il partito gollista.
Éric Ciotti, presidente di “Lr”, ha scritto una lettera all’Arcom, l’authority francese di regolamentazione della comunicazione audiovisiva e digitale, per denunciare la mossa di Macron. «La situazione è molto grave. Mai prima d’ora, nel corso di una campagna elettorale, gli interventi mediatici sono stati così sbilanciati a favore dell’attuale esecutivo e a scapito dell’opposizione», si legge nella lettera di Ciotti consultata ieri dal Figaro. La politica dell’Unione europea e il sostegno francese all’Ucraina, temi che l’inquilino dell’Eliseo affronterà nel suo discorso, «hanno un legame diretto con le elezioni europee del 9 giugno», dunque «non può essere considerato come un’azione abituale del presidente della Repubblica», ha aggiunto il leader dei gollisti. Ciotti fa notare che l’apparizione televisiva di Macron «arriverà dopo una lunga sequenza di commemorazioni dell’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia», che sarà già un’occasione per il capo dello Stato di essere presente «su tutti i media francesi e internazionali».
Ciotti ha dunque esortato l’Arcom a utilizzare i suoi «poteri normativi e ingiuntivi per imporre ai media, e in particolare a Tf1 e a France 2, di ristabilire la parità di trattamento tra i candidati a capo delle liste per le elezioni europee del 9 giugno entro la fine della campagna ufficiale». La stessa indignazione è stata espressa dalla “France insoumise” (Lfi), il partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon. La capolista di Lfi, Manon Aubry, ha presentato un reclamo all’Arcom chiedendo che il «tempo di parola» del capo dello Stato «sia detratto dal tempo di campagna di Valérie Hayer». Ancor più duro il segretario nazionale del Partito socialista, Olivier Faure: «Dunque giovedì, venerdì, sabato sarà “Fidel Macron” su tutti i canali per commemorare ed esprimersi senza alcuna contraddizione, insomma per fare campagna elettorale in un momento in cui nessuno potrà rispondergli». Sébastien Chenu, deputato di Rn e vicepresidente dell’Assemblea nazionale, ha affermato che il presidente cerca di fare il possibile «per salvare il soldato Hayer, che affonda, affonda, affonda», ma «dovrà dare delle spiegazioni».
Lo scorso 25 aprile, alla Sorbona, Macron aveva pronunciato un discorso sull’Europa che aveva già suscitato polemiche. Non a caso, l’Arcom decise di contarlo come «tempo di parola» di Renaissance nella campagna. «Le dichiarazioni del presidente della Repubblica non esprimevano un sostegno esplicito alla lista condotta da Valérie Hayer, ma presentavano comunque, nella loro integralità, un legame diretto con le elezioni», spiegò l’authority francese. Intervistata da Europe 1, Hayer ha cercato di disinnescare la polemica: «Emmanuel Macron non si nasconderà. Parlerà al termine di una giornata che sarà un evento internazionale». Ma secondo il capolista dei gollisti, François-Xavier Bellamy, l’Arcom non potrà non intervenire, «perché in nessun altro Paese europeo si vedono cose di questo genere».