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Vadym Skibitsky, l'allarme del generale: "Mosca può conquistare i Paesi baltici in 7 giorni"
“Non credo che l’Ucraina possa vincere la guerra sul campo": a dirlo, in un'intervista all'Economist, Vadym Skibitsky, vicecapo dell’intelligence militare di Kiev, secondo cui un conflitto del genere può concludersi solo con un'intesa. "Anche se i soldati ucraini riuscissero a cacciare i russi oltre i confini del Paese, ipotesi sempre più remota, ciò non fermerebbe il conflitto. Simili guerre possono finire solo con un accordo”, ha spiegato.
Secondo lui, inoltre, nemmeno l’articolo 5 della Nato riuscirebbe a mettere al riparo i Paesi che ne fanno parte. L'articolo in questione prevede che un Paese membro venga difeso dall’Alleanza in caso di attacco militare. Per il generale, però, non è sufficiente: “I russi conquisterebbero i Paesi baltici in sette giorni. I tempi di reazione della Nato, invece, sono di dieci”.
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Il suo pessimismo, in ogni caso, nasce dal fatto che le cose sul campo “sono complicate come i primi giorni di invasione della Russia e potrebbero peggiorare. Il nostro problema è molto semplice. Non abbiamo armi. Sapevamo che aprile e maggio sarebbero stati mesi difficili per noi”. Secondo Skibitsky, inoltre, la Russia starebbe già pensando a prossimi attacchi a Kharkiv e Samy, nel nord-est del Paese. Un'offensiva massiccia che “potrebbe avvenire tra la fine di maggio e l’inizio di giugno”. Maggio, in particolare, sarà un mese decisivo secondo Skibitsky. La Russia, infatti, potrebbe provare a destabilizzare l’Ucraina su tre fronti: quello militare; quello interno del Paese col mandato del presidente Volodymyr Zelensky che in teoria scade il 20 maggio; e quello esterno con l'obiettivo di “isolare l’Ucraina a livello internazionale”.
Il vicecapo degli 007 ucraini ha spiegato, infine, che “Ucraina e Russia ora stanno combattendo per avere la migliore posizione negoziale". Cosa che secondo lui "non potrà arrivare prima della fine del 2025. La capacità militare della Russia avrà il suo picco all’inizio del 2026 e poi calerà per mancanza di materiali e ingegneri. Allora entrambi i fronti potrebbero finire le armi. Ma, per come stanno le cose ora, le terminerà prima l’Ucraina. Tuttavia, noi continueremo a combattere. Non abbiamo scelta”.