Usa
Columbia University, irruzione della polizia: decine di arresti tra i pro-Palestina
Ci sarebbero decine di manifestanti arrestati nel Campus della Columbia University. La polizia ha fatto irruzione da una finestra al secondo piano di un edificio dopo che dall'Universita' sarebbe partita una richiesta di intervento, il segnale che gli agenti attendevano dopo aver circondato il campus.
La polizia è entrata in azione con l'obiettivo di sgomberare la Hamilton Hall occupata dagli studenti filo-palestinesi che hanno bloccato l'accesso dalle prime ore del mattino di ieri, martedì 30 aprile. "Ci rammarichiamo che i manifestanti abbiano scelto di aggravare la situazione attraverso le loro azioni. Dopo che l'Universita' ha appreso durante la notte che Hamilton Hall era stata occupata, vandalizzata e bloccata, non ci è rimasta altra scelta" ha riferito, il portavoce dell'ateneo, Ben Chang, in una dichiarazione resa nota dalla Cnn.
"Il personale di pubblica sicurezza della Columbia - ha proseguito - è stato costretto a lasciare l'edificio e un membro del nostro team addetto alle strutture e' stato minacciato. Non metteremo a rischio la sicurezza della nostra comunita' per un'ulteriore escalation".
Dopo il blitz, i manifestanti sono stati ammanettati e quindi condotti sul bus della polizia. L'irruzione è avvenuta intorno alle 21.30, ora di New York, le 3.30 in Italia. La Columbia University è stata l'epicentro di un movimento nazionale negli Usa a sostegno della causa palestinese e contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza. Sul loro account Instagram, i manifestanti del gruppo filopalestinese "Columbia University Apartheid Divest" denunciavano l'irruzione del campus da parte della polizia per allontanarli dalla Hamilton Hall che hanno ribattezzato «Hind's Hall» in omaggio alla bambina di sei anni uccisa a Gaza.
Sempre il portavoce della Columbia Chang, nelle ore precedenti il blitz aveva minacciato di espellere gli studenti accusandoli di aver vandalizzato e bloccato l'accesso all'edificio. La polizia di New York ha negato di aver utilizzato gas lacrimogeni durante gli arresti, notizia che si era diffusa, mentre ha riferito di aver adottato dispositivi per cogliere alla sprovvista le persone e sorprenderle.