Tensione a Pechino
La Cina aiuta Putin e pretende carta bianca dagli Usa: verso lo scontro
Il viaggio del segretario di Stato Antony Blinken a Pechino aveva lo scopo di mantenere le relazioni tra i due Paesi almeno a un livello di cordialità accettabile, ma ha fondamentalmente fallito dimostrando di fatto due cose: che gli equilibri mondiali stanno cambiando molto più velocemente di quanto Washington non desideri e che la politica estera da poliziotto buono e un po’ confuso del presidente americano è un sostanziale flop, come peraltro ha sempre sostenuto il suo rivale Trump.
Secondo la ferrea consuetudine diplomatica cinese Xi ha evitato di infierire su Blinken, che peraltro non è nemmeno un pari grado, con un certo altezzoso distacco si è limitato a sottolineare che Cina e gli Stati Uniti dovrebbero essere «partner, non rivali», ma che sulla strada dell’amicizia ci sono ancora delle «questioni da risolvere». «La Cina è lieta di vedere gli Usa come un Paese ottimista, aperto e prospero» e «si augura che anche gli Stati Uniti vedano lo sviluppo della Cina in una luce positiva e costruttiva» ha detto in conferenza stampa. E solo «una volta risolta questa questione fondamentale» di rispetto reciproco e paritario, «le relazioni sino-americane miglioreranno veramente, si stabilizzeranno, miglioreranno e andranno avanti» (...)
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