Iran e l'attacco a Israele: ecco i veri obiettivi della teocrazia
Trecento missili e droni lanciati in una sola notte, tutti abbattuti. Per 45 anni lo scontro tra Israele e l’Iran si è tenuto “al coperto”, il 13 aprile (un’altra data da ricordare dopo quella del 7 ottobre 2023) per la prima volta Teheran ha attaccato a viso scoperto Gerusalemme. Si parla di un’azione “telegrafata” dell’Iran, facile da contrastare.
Questa versione edulcorata della guerra è un’altra delle tante autoconsolatorie versioni che l’Occidente si racconta quando cerca di cancellare la biografia di un nemico, l’Iran, che non smetterà di colpire, destabilizzare, assassinare ogni speranza di pace in Medio Oriente. La risposta militare di Israele è stata esemplare, la neutralizzazione della minaccia è arrivata grazie alla difesa aerea organizzata con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia, il prototipo di una coalizione anti-iraniana che vedremo in azione anche in futuro. Solo la superiorità tecnologica e il perfetto coordinamento della macchina difensiva ha evitato che lo sciame di droni e missili provocasse una catastrofe, questo è il punto che va ricordato ai “riduzionisti” del conflitto.
Registrati qui gratuitamente a Libero e leggi l'editoriale integrale di Mario Sechi