Il retroscena
Mosca, la rivelazione del Washington Post: "007 Usa avvisarono di un attentato al Crocus"
Le autorità statunitensi avevano esplicitamente menzionato il Crocus City Hall come potenziale bersaglio di un attentato terroristico nell’ambito degli avvertimenti rivolti a funzionari del governo russo circa due settimane prima dell’attacco, che ha causato la morte di quasi 150 persone nella sala concerti alle porte di Mosca. Lo hanno dichiarato al quotidiano "Washington Post" funzionari statunitensi anonimi "a conoscenza della questione".
Secondo il quotidiano, "l’alto livello di specificità" dell’avvertimento rivolto alle autorità russe avvalorerebbe "la sicurezza di Washington nell’attribuire allo Stato islamico i preparativi dell’attacco ai danni di un gran numero di civili", e smentirebbe "le affermazioni di Mosca secondo cui gli avvertimenti di Washington erano troppo generici per consentire di prevenire l’attacco". Se la menzione del Crocus City Hall come possibile bersaglio di un attentato da parte di Washington fosse confermata - sottolinea il quotidiano - si porrebbero "nuovi interrogativi sul perché le autorità russe non abbiano adottato misure più forti per proteggere la struttura", dove quattro uomini armati hanno ucciso oltre 140 persone, prima di dare l’intero edificio alle fiamme.
E nelle settimane che hanno preceduto l'attentato al Crocus i servizi di intelligence Usa avevano avvertito Mosca sui rischi di un attentato proprio in Russia e più precisamente nella capitale. Un allarme totalmente ignorato dai russi. Ora le rivelazioni del Washington Post di fatto svelano gli errori di valutazioni degli 007 di Mosca su quanto poi accaduto al Crocus.