Dopo la strage
Cremlino spaccato, indiscrezioni: "Putin sta mentendo", chi accusa lo Zar
Il Cremlino insiste sulla sua linea: dietro l’attacco di Mosca ci sono Ucraina, Stati Uniti e Gran Bretagna. Una narrativa non supportata da alcuna prova, come avrebbe sostenuto almeno una parte della cerchia di Putin durante una riunione. La fedelissima Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito tale notizia, riferita da Bloomberg, «la madre di tutte le fake», sottolineando come sia «estremamente difficile credere» che l’Isis possa avere avuto la capacità di lanciare un attacco simile alle porte di Mosca. «Per allontanare i sospetti dall’Occidente collettivo, hanno avuto bisogno con urgenza di trovare qualcosa d’altro», ha aggiunto, «quindi hanno denunciato l’Isis tirando fuori l’asso dalla manica letteralmente poche ore dopo l’attacco terroristico».
Per cercare di dare un fondamento a tale teoria le autorità russe sono passate alle vie di fatto, mettendo in galera a Rostov un gruppo di disgraziati di Alla Ayat, gruppo esoterico kazako di ispirazione islamica bandito in Russia. Gli arrestati sono accusati di terrorismo e sospettati di essere coordinati e pagati dall’estero. Secondo le indicazioni date dallo stesso Putin la stessa teoria viene anche avvallata anche dalla Chiesa ortodossa russa, con il patriarca Kirill che ieri ha sostenuto che i nemici della Russia «hanno cercato di trarre vantaggio dai problemi interni con la situazione della migrazione per aggravare le relazioni interetniche nel nostro Paese, anche con l'aiuto del fattore radicale islamico». C’è poi anche una richiesta della Duma alla magistratura russa perché indaghi su presunti «fondi occidentali al terrorismo». È ovvio che il Cremlino stia cercando di girare l’attentato in una opportunità irripetibile per rafforzare la narrativa antioccidentale e probabilmente giustificare la mobilitazione totale della popolazione russa e l'escalation della guerra.
Ne sono una riprova gli attacchi avvenuti nelle ultime ore a un quartiere residenziale di Kharkiv, con un morto e numerosi feriti, quello a Nikopol, nella regione di Dnipro, durante il quale ha perso la vita un 55enne, e quello a Mykhailivka, nella regione di Kherson, ad opera di un drone che ha ucciso un 61enne. Commentando l’attacco di Kharkiv il presidente Zelensky ha definito «irrazionale» il fatto che ancora l’Occidente non abbia rifornito il suo Paese di Patriots sufficienti per chiuderne i cieli. Dagli Stati Uniti invece è tornato a parlare di Ucraina, dopo giorni di silenzio, il presidente Biden e lo ha fatto a suo modo, definendo Putin «un macellaio».