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Javier Milei, motosega sul governo: chi caccia dopo due mesi

La motosega di Javier Milei si è abbattuta i primi dissidenti interni al suo governo dopo soli due mesi di mandato. Il Presidente della Repubblica argentina ha infatti chiesto - senza possibilità di un diniego - le dimissioni del capo dell'Amministrazione nazionale della sicurezza sociale (ANSES), Osvaldo Giordano, e della segretaria delle miniere, Flavia Royon. La stampa argentina li chiama "dialoghisti", ma per il neo presidente dell'Argentina sono solamente "traditori", rei di aver affossato al parlamento la cosiddetta "legge omnibus". Secondo l'account ufficiale dell'Ufficio del Presidente Milei non spieghi le ragioni del licenziamento, la comunicazione scritta lascia intendere che lo scontro aperto tra il presidente e i governatori si sia aperto nel contesto della discussione alla Camera dei Deputati della legge 'Basi e Punti di Partenza per la Libertà degli argentini', poichè - si legge nel documento - i funzionari pubblici devono difendere gli argentini "dall'attacco costante di coloro che cercano di sostenere i loro privilegi a spese della fame del popolo". 

 

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Milei - che ha preso questa decisione mentre si trovava in Italia per la seconda tappa di un tour internazionale iniziato in Israele - non ha ancora nominato i successori dei funzionari liquidati. Dopo la battuta d'arresto dovuta alla mancata approvazione da parte del Congresso della "legge omnibus", che costituiva il fulcro del suo programma di riforme per deregolamentare l'economia e ridurre al minimo la presenza della burocrazia in molti settori, il presidente ultra-liberista ha invitato il governo a "prendere una decisione chiara e inequivocabile".