Guerra

Zelensky, la lista degli epurati: un assist a Putin? Kiev può crollare

Il repulisti di Volodymyr Zelenski sui vertici militari e politici dell'Ucraina non darebbe più forza al presidente, ma al suo rivale "per la vita" Vladimir Putin. Sono questi i timori degli alleati internazionali di Kiev riguardo al "grande reset" deciso dal leader. 

Zelensky non vuole più licenziare solo il capo delle Forze Armate Valery Zaluzhny, il generale considerato responsabile del fallimento della "controffensiva" sul fronte Est del Paese a quasi due anni dall'inizio dell'invasione russa (e da molti indicato come possibile sostituto dello stesso presidente, in una fase di transizione verso la tregua con Mosca), ma anche altre alte sfere dell'esercito e del governo. 

 

 

 

Intervistato dalla Rai, è stato lo stesso Zelensky ad annunciare "un generale cambio di uomini alla guida del Paese". Nella lista degli epurati ci sarebbero secondo il Corriere della Sera anche il ministro degli Interni, Ihor Klymenko, e il capo di Stato maggiore, Sergei Shaptala. Di fatto, l'intera spina dorsale del governo ucraino. Giovani ufficiali più "fedeli" al presidente sarebbero inoltre destinati ad assumere il comando di Aviazione, Marina e centri di reclutamento. Qualcosa a Kiev non sta funzionando, il presidente ed ex comico si sentirebbe accerchiato da chi, in maniera sotterranea, sta lavorando per la fine della guerra che significherebbe anche la fine politica dello stesso Zelensky. 

 

 

 

La prospettiva dello "sconquasso" rende "preoccupatissimo" Yaroslav Grizhak, politologo ucraino che si è sfogato con il Corsera: "La nostra situazione militare è troppo delicata, non possiamo permetterci una destabilizzazione lacerante ai vertici dello Stato. Zelensky ha sbagliato a scegliere lo scontro frontale con Zaluzhny proprio in questo momento: sta pregiudicando la nostra capacità di combattere".

 

 

 

"I motivi del contrasto sono tanti - spiega l'esperto -. Il populista Zelensky è molto sensibile alla popolarità di Zaluzhny, che ormai da un anno lo supera di oltre 20 punti negli indici di gradimento. E i due uomini hanno caratteri molto diversi, il che rende difficile la collaborazione: Zelensky è un impulsivo, Zaluzhny è invece un freddo calcolatore che analizza le situazioni in modo sistematico". Il clima da "unità nazionale" inaugurato fin dalle prime ore dell'invasione russa è svanito sotto i colpi dei missili, dei morti, delle sofferenze e dei mancati successi sul fronte.

Come temuto fin dall'inizio, la "palude" fa più male a Kiev che al Cremlino. La mancata riscossa dell'estate 2023 e lo stallo dell'autunno hanno dato il colpo di grazia alla saldezza di Zelensky, alimentando paure e paranoie nel capo dello Stato. "Il caos aiuta i russi - certifica un altro esperto, Oleg Zhdanov, sentito sempre dal Corriere -. Si gioca alla politica sulle vite dei soldati". E anche il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha colto l'occasione per tornare a colpire il vecchio nemico Zelensky: "Grazie a Zaluzhny la gente crede nelle Forze Armate. Basta intrighi!". E in questo quadro, a sorridere è il nemico russo.