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Cremlino, minaccia agli Usa: "Non tollereremo alcuna rappresaglia contro l'Iran"
Gli attacchi dell'Iran alle basi Usa tra Siria e Giordania hanno innalzato il clima di scontro. "Il presidente e io non tollereremo attacchi alle forze statunitensi e prenderemo tutte le azioni necessarie per difendere gli Stati Uniti e le nostre truppe", ha riferito il segretario alla Difesa Lloyd Austin. D'altronde in meno di 24 ore è stata colpita da razzi sparati da forze filo-iraniane una delle basi militari Usa in Siria. Mentre poco prima tre soldati statunitensi morivano in Giordania, uccisi da un drone nemico. Ma a tentare di far indietreggiare la Casa Bianca su un'eventuale vendetta, ecco che si inserisce Vladimir Putin.
"A nostro avviso, il livello generale di tensione è molto allarmante e, al contrario, è giunto il momento di prendere provvedimenti per smorzare le tensioni", ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ai giornalisti. Gli Stati Uniti avevano promesso una "risposta molto conseguente" all'attacco, con il presidente Joe Biden che ha incolpato i militanti sostenuti dall'Iran. Teheran, alleato di Mosca, ha però dichiarato di non avere nulla a che fare con l'attacco e ha negato le accuse degli Stati Uniti di aver sostenuto i gruppi militanti. "Questa è l'unica cosa che può aiutarci a prevenire un'ulteriore diffusione del conflitto, soprattutto quello mediorientale, e a raggiungere in qualche modo la de-conflittualità e la de-escalation", ha aggiunto Peskov.
E ancora, ha aggiunto Peskov: "Non accogliamo con favore alcuna azione che porti alla destabilizzazione della situazione nella regione e all'escalation della tensione, soprattutto sullo sfondo del potenziale di conflitto già eccessivo che osserviamo nella regione". Insomma, il messaggio di Vladimir Putin agli Usa è chiaro: il Cremlino non tollererà alcuna rappresaglia contro l'Iran,
Intanto si fanno sempre più insistenti le voci su una possibile "replica" americana. Stando al Wall Street Journal gli Usa avrebbero tre opzioni: attaccare direttamente l'Iran; colpire gruppi o personale di Tehran all'estero, e intensificare ulteriormente la pressione finanziaria sull'economia iraniana. Tutti e tre scenari che però causerebbero l'intervento russo, come promesso dal portavoce dello zar.