Terrore tra gli analisti

Vladimir Putin, Lettonia nel mirino? Il precedente ucraino: verso la guerra mondiale

"Vladimir Putin sta cercando di creare un pretesto per un possibile attacco contro gli Stati Baltici". Ne sono convinti gli analisti geopolitici e soprattutto ne è certo l'Istituto per lo studio della guerra di Washington: l'attacco alla Lestonia e ai Paesi vicini e le parole usate per giustificarlo ricordano molto la retorica usata prima dell'invasione dell'Ucraina. Del resto Putin non ha minimamente provato a smentire ciò che ha detto l'intelligence tedesca a proposito di un nuovo attacco di Mosca e anzi, ha incaricato il suo ministro degli Esteri di "proporre misure" nei confronti della Lettonia, colpevole di "buttare fuori i cittadini russi". Cosa che non è esattamente così: Boris Katkov, 82enne pensionato militare con passaporto russo espulso da Riga è uno degli 985 cittadini russi (quasi tutti anziani) residenti in Lettonia ai quali è arrivato un secondo sollecito ad adeguarsi alle nuove regole per il permesso di soggiorno, tra cui il superamento dell'esame di lingua lettone

Fa notare Anna Zafesova sulla Stampa che tutto ciò ricalca quello che è accaduto alla vigilia del 24 febbraio 2022, incluse le smentite dei portavoci ufficiali del Cremlino sull'esistenza di piani di aggressione militare. L'invasione, o una nuova "operazione militare speciale", si realizzerebbe nel 2025  e punterebbe in particolare a creare un ponte di terra con l'enclave russa di Kaliningrad. Non c'è tempo da perdere dunque e il pessimismo di diversi governi e comandi militari dell'Europa del Nord è evidente. Kaja Kallas, la premier estone, ha dichiarato che i Paesi europei "hanno 3-5 anni per prepararsi a un conflitto con la Russia", citando le analisi dello spionaggio di Tallinn. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius vede un orizzonte appena più ampio, "5-8 anni per portare la produzione militare europea al livello di sufficienza", e invita a "prendere sul serio le minacce di Putin ai Baltici, alla Moldova e alla Georgia". 

 

 

Anche l'ex comandante delle forze armate dei Paesi Bassi Martin Wijnen ritiene che bisogna "essere pronti alla guerra contro la Russia". La Svezia, entrata nella Nato dopo l'invasione dell'Ucraina, è ancora più catastrofista: il suo ministro della Difesa Carl-Oskar Bohlin ha sconvolto gli svedesi dicendo che "la guerra può cominciare", e il comandante delle forze armate Micael Byden ha invitato i cittadini a "prepararsi moralmente, e a chiedersi cosa devono fare se anche qui accadrà quello che è accaduto in Ucraina". Il presidente ceco Petr Pavel sostiene che "tutti gli eserciti europei stanno prendono sul serio la minaccia, tutti si stanno preparando all'ipotesi di un conflitto ad alta intensità in Europa". In discussione, insomma, c'è l'esistenza del pianeta. Varsavia sta reintroducendo la leva obbligatoria, e le manovre della Nato Steadfast Defender, che si terranno tra Germania, Polonia e Baltico in primavera, sono una "garanzia di vitale importanza contro la minaccia", dice il ministro della Difesa del Regno Unito Grand Shapps, che pochi giorni fa ha dichiarato che il mondo rischia di essere sulla soglia di una serie di guerre che coinvolgeranno Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.