Presidenziali
Taiwan, vince il democratico Lai: indiscrezioni, come può reagire la Cina
E' William Lai, del Partito democratico progressista (Dpp), a vincere le elezioni a Taiwan. Il candidato ha trionfato con il 40,2% dei voti, come reso noto dalla Commissione elettorale centrale. Il suo avversario, il candidato dei nazionalisti del Kuomintang, Hou Yu-ih, ha già ammesso la sua sconfitta, scusandosi "per aver deluso gli elettori" e promettendo di continuare il suo impegno politico. Si tratta di una sorta di smacco a Pechino anche perché era Hou il candidato più vicino alla Cina. Nel corso della campagna elettorale, Hou aveva promesso di riavviare i colloqui con il governo del presidente Xi Jinping in caso di elezione proprio con l'obiettivo di allentare le tensioni. Con la vittoria dell’attuale vicepresidente dell’isola, il partito democratico-progressista, che già governa Taiwan da otto anni, si appresta a essere al comando per la terza volta consecutiva.
Intanto c'è la Cina che guarda attentamente da lontano quello che sta succedendo a Taipei. E non esita a esercitare qualche pressione: il ministero della Difesa di Taiwan ha riferito di aver rilevato 8 jet e 6 navi militari cinesi intorno all'isola poco prima dell’apertura dei seggi. E non solo: sarebbero stati avvistati anche due palloni aerostatici. L'incognita più grande adesso riguarda proprio la reazione di Pechino all'esito delle presidenziali. Anche perché la Cina rivendica da sempre Taiwan come proprio territorio da “riunificare”. Gli analisti non escludono una risposta pesante. Magari nuove esercitazioni militari o pressioni economiche. Il nuovo presidente, comunque, entrerà in carica il 20 maggio. Proprio allora potrebbe scatenarsi l'ira di Pechino.
Certo è che la Cina non mollerà la presa. Basti pensare che Xi Jinping, nel suo discorso di fine anno, ha ribadito “l’inevitabilità storica dell’unificazione”, non lasciando alcun dubbio quindi sulle sue intenzioni. Difficile, poi, che possa esserci un dialogo col partito che ha vinto le elezioni a Taiwan: il Dpp e la Cina hanno interrotto qualsiasi tipo di comunicazione da ormai otto anni. Pechino, tra l'altro, in questi mesi ha definito Lai come un “grave pericolo”, un “bugiardo” e un “teppista”. Mentre Lai, nel suo discorso della vittoria, ha detto di essere "determinato a salvaguardare Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni della Cina".