La fuga

Alex Batty, rapito da una setta scappa dopo 6 anni: uno choc, come lo ritrovano

Alessandro Dell'Orto

Alex ha vagato a piedi per quattro giorni jeans neri, maglione bianco e zaino, skateboard sotto il braccio e una torcia in mano per farsi strada tra i boschi nel buio attraversando sentieri di montagna e stradine deserte dell’alta valle dell’Aude, nella regione dell’Occitania in Francia. Solo, infreddolito, spaventato, affamato e bagnato. Poi finalmente l’altra sera, mentre diluviava, ha incrociato una strada asfaltata che portava a Revel, vicino a Tolosa, e ha trovato il coraggio di fare l’autostop, sperando di incontrare qualcuno che lo salvasse facendolo uscire da un incubo che durava dal 2017. E così è stato. Perché Alex Batty, 17enne di Oldham (Manchester), era ufficialmente sparito da sei anni e, malgrado la denuncia della nonna, molte ricerche internazionali, sospetti, falsi avvistamenti e accurate indagini, non era mai stato rintracciato. L’ipotesi, fin da subito, era stata quella di un rapimento che avesse a che fare con una setta o qualcosa del genere, come spiegò immediatamente la nonna Susan Caruana, tutrice legale del piccolo che allora aveva 11 anni: «Non volevano che Alex andasse a scuola, non credono nella scuola tradizionale», raccontò la donna accusando l’ex marito e la figlia (Alex era in vacanza con loro quando è sparito) e sostenendo che i due avessero già vissuto in una comune in Marocco con il bambino, nel 2014, e avessero intenzione di tornare là per farlo crescere all'interno di una comunità spirituale con «uno stile di vita alternativo».

LA VACANZA RUBATA
Già, una storiaccia di litigi e disagi familiari, incomprensioni, ripicche e una vacanza “rubata” a Benahavis, vicino a Marbella in Spagna. Alex era partito con la madre, allora 37enne, e con il nonno David, che aveva 58 anni: i tre sarebbero dovuti tornare dopo una settimana, ma sparirono. Dopo la denuncia della nonna, furono aperte indagini in Inghilterra e in Spagna (si ipotizzò che fossero salpati da Malaga per Mellilla, al confine con il Marocco), le tv raccontarono nei dettagli il mistero e il caso divenne un tormentone nazionale, un po’ come quello di Maddie McCann, la bambina inglese di 3 anni sparita nel 2007 in Portogallo e mai più ritrovata. Alex invece è riuscito a scappare e ora l’ipotesi è che nelle ultime settimane abbia soggiornato - sempre con la madre e il nonno - tra l'Ariège e l'Aude, trovando rifugio all'interno di una comunità spirituale itinerante ai piedi dei Pirenei che dormiva in roulotte, bungalow e tende. A salvare il 17enne, offrendogli un passaggio, è stato Fabien Accidini, studente di chiropratica di Tolosa e fattorino che consegna medicinali alle farmacie. «Pioveva e ho deciso di farlo salire sul furgone ha raccontato al giornale francese Ladepeche -. Era piuttosto alto, biondo e il suo atteggiamento mi ha dato fiducia. All’inizio sembrava un po’ timido, abbiamo provato a parlare in francese ma ho notato che non padroneggiava la lingua. Ho deciso di comunicare in inglese. Quando gli ho chiesto il nome ha fatto finta di chiamarsi Zac e poi abbiamo continuato a chiacchierare: dopo un po’ mi ha rivelato la sua vera identità, Alex Batty, prima di spiegarmi la sua storia».

 

 

PUNTI OSCURI
Una storia che ha ancora molti punti oscuri da chiarire. E che va verificata in più di un aspetto. «Ha detto che sua madre lo ha rapito quando aveva 11 anni e da allora ha vissuto in Spagna in una casa di lusso con una decina di persone. Sarebbe arrivato in Francia intorno al 2021. Era in una comunità spirituale, lontana dalla vita convenzionale. Alex mi ha detto che sua madre era un po’ pazza ma non lo ha mai imprigionato: poteva andarsene». E così ha fatto. Alla ricerca della libertà e per ritrovare nonna Susan. «Gli ho dato il mio telefono perché non aveva mai avuto un mezzo di comunicazione - ha raccontato ancora Accidini - e ha subito inviato un messaggio a sua nonna dal mio Facebook». Il soccorritore poi ha portato il ragazzino alla polizia di Revel. Alex non ha mostrato alcun documento ufficiale, ma ha fornito autonomamente la propria identità: il volto e la storia corrispondono in tutto al bambino inglese rapito nel 2017 e la procura di Tolosa ha confermato ufficialmente che si tratta davvero di Alex Batty.