Scrittore e giornalista

Michael Sfaradi: "Il vero pericolo? La rivolta degli arabi israeliani"

Carlo Nicolato

Giornalista e scrittore di successo, Michael Sfaradi vive a Tel Aviv, città non certo risparmiata dai razzi di Hamas e dai contraccolpi della guerra. Ci racconta del problema degli arabi in Israele. «Il massacro l’hanno fatto nei kibbutz che stanno intorno alla Striscia, socialisti e pacifisti. I kibbutz fino agli anni ’80 accoglievano i volontari che durante i periodi estivi arrivavano da tutto il mondo per fare le raccolte. Negli anni ’90 la direzione aveva deciso di non accoglierli più perché toglievano il lavoro ai manovali di Gaza. Rinunciarono cioè a quelli che lavoravano gratuitamente per pagare stipendi ai palestinesi di Gaza. Abbiamo scoperto che quei lavoratori negli anni avevano mappato i kibbutz casa per casa, le famiglie con i nomi. Quelle liste le abbiamo trovate in tasca agli assassini di Hamas».

E la strage al Nova Music Festival?
«A quel rave partecipavano tutti ragazzi attorno ai vent'anni, tutti di sinistra e pacifisti. Il rave sarebbe dovuto finire con il lancio di palloncini dei colori della bandiera della pace. Per assurdo nei primi minuti dell’avanzata dei terroristi i partecipanti sono andati loro incontro. Soltanto quando hanno incominciato a sparare si sono resi conto che si trovavano in un incubo. Tutti quelli che si sono salvati sono poi stati i primi a mettersi la divisa e ad arruolarsi».

Israele vuole sradicare Hamas da Gaza. Ma credi che sia militarmente possibile? Non si riformerà?
«Si ma non nella Striscia. E la stiamo eliminando anche in Cisgiordania. Il governo dopo quello che è successo non può dare all’israeliano meno di una distruzione totale di Hamas».

Il governo ha delle responsabilità?
«Sicuramente sì, ma per adesso vogliamo solo la vittoria. Dobbiamo denazificare la Striscia di Gaza, poi verrà data magari alla Lega araba sotto la responsabilità dell’Arabia Saudita e l’Egitto, ma non certo all’Onu».

 

 

Nasrallah ha detto che Hezbollah potrebbe entrare in guerra in qualsiasi momento.
«In realtà lo sta già facendo, ma i suoi attacchi sono di basso profilo».

Temi un'escalation?
«L’Iran in questo momento non ha interesse a intervenire. L’Iran è sciita persiano, non sono arabi, gli Hezbollah sono sciiti, ma sono arabi. Per cui all’interno dell’universo sciita sono di serie B. Mentre gli Houthi yemeniti, sciiti anche loro, sono di serie C, e infine c’è Hamas, che sono addirittura arabi e sunniti, cui ai persiani frega meno di niente. Non sono altro che carne da cannone. Prima di arrivare all’Iran ci sono tutti questi».

Quindi dopo Hamas ci sono gli Houthi e Hezbollah...
«Se Hezbollah entra in guerra il Libano torna all’età della pietra nel giro di un paio di settimane. Il leone è ferito, neanche durante la guerra dei 6 giorni siamo stati così determinati».

Israele ha arruolato in un giorno 300mila soldati. Non ce l’ha fatta la Russia in quasi due annidi guerra in Ucraina...
«Ti dico di più, la polizia in questo momento sta arruolando cittadini sopra i 55 anni perché si teme la rivolta degli arabi israeliani. In tempi normali conta 50mila effettivi, adesso siamo nell’ordine dei 150mila».