Incubo

Libia, accordo Putin-Haftar: base navale russa con "vista" sull'Italia

Un avamposto della Marina militare russa nel Mediterraneo, proprio alle porte dell'Italia. Secondo Repubblica, il presidente Vladimir Putin avrebbe intenzione di "bissare" la presenza di Mosca nelle acque tra Europa e Africa, e dopo la base navale a Tartus, in Siria, sarebbe allo studio l'allestimento di una base anche a Tobruk, nella Libia Orientale. Il crocevia decisivo per i traffici di migranti clandestini verso le coste europee. 

"Tenere la Russia fuori dal Mediterraneo è un obiettivo strategico chiave - sono le parole riportate dell'ex inviato Usa in Libia Jonathan Winer -: se la Russia riuscisse ad avere dei porti lì, ciò le darebbe la possibilità di spiare tutta l’Unione Europea". Un evidente problema di sicurezza globale, alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina e in Medio Oriente. L'accordo tra lo Zar e il maresciallo Khalifa Haftar, a capo dell'autoproclamato Esercito nazionale libico e uomo forte in un Paese dilaniato dalla guerra di tribù 10 anni abbondanti dopo la morte di Gheddafi, sarebbe stato raggiunto lo scorso 28 settembre a Mosca.

 

 

Lo scenario è quello della contrapposizione con il governo di Tripoli (riconosciuto dall'Onu), appoggiato dalla Turchia in un chiaro disegno egemonico nel Mediterraneo. A Erdogan si contrapporrebbe a questo punto Putin, disposto a fornire ad Haftar sistemi di difesa aerea. Dal punto di vista logistico, la Russia può contare sulle basi aeree già occupate in questi anni dai miliziani del Gruppo Wagner, che darebbero diritto di attracco automatico alle navi militari della flotta russa "a poche centinaia di chilometri dalle coste di Grecia e Italia", sottolinea giustamente Repubblica.

 

 

Russia contro Turchia, Tobruk contro Tripoli: una prospettiva di una Libia come la Corea, spaccata in due, in balìa dei signori della guerra e dei trafficanti di uomini. Con una finalità non più solamente economica, ma politica. Una rivoltella carica appoggiata sul tavolo, un ricatto in termini sociali e di sicurezza. L'accordo con Haftar permetterebbe inoltre a Putin di mettere le mani indirettamente sui giacimenti di petrolio, che rappresentano il 40% delle riserve dell'intera Africa.