Inquietante
Idf, Al Jazeera: "Chi sono gli italiani che combattono per Israele"
Un lancio social di Al Jaazera riprende il lavoro giornalistico del reporter Fausto Biloslavo dedicato ai volontari italo-israeliani che si sono arruolati nell'IDF per combattere Hamas. La TV qatariota mostra alcuni spezzoni del servizio con la testimonianza di un giovane parà italiano che combatte in Israele, dicendo che, come lui, ce ne sono vari. A corredo, i commenti di alcuni italiani che su X condannano la scelta dei connazionali con toni anche molto accesi e l’invito alle autorità ad espellerli dal nostro Paese. In fondo al video, Al Jaazera propone le dure parole di condanna nei confronti dell'Italia che ad Agorà su Rai3 ha di recente utilizzato l'ex ministro della Sanità di Hamas e attuale capo del Consiglio per le relazioni internazionali dell'organizzazione a Gaza, Basem Naim: «Purtroppo, il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra, la parte destra della storia. È un errore gravissimo che trasforma l'Italia in una delle parti dell'aggressione contro il nostro popolo», aveva detto.
FANATISMO
Il timore è che contenuti di questo genere possano incentivare una sorta di caccia alle identità dei soldati che si sono arruolati con l'IDF (accuratamente tenute nascoste nel lavoro di Biloslavo) e, visto il fanatismo che sta riemergendo nelle ultime settimane, nel caso più estremo mettere a repentaglio la sicurezza delle famiglie tuttora in Italia. Lo stile giornalistico di Al Jaazera è più volte finito sotto la lente d'ingrandimento delle autorità israeliane, visto il ruolo svolto dall'emittente qatariota che copre il conflitto israelo-palestinese con una linea a dir poco filo-Hamas. Un rapporto già difficile che negli ultimi giorno è diventato impossibile. Il Ministro delle comunicazioni israeliano Shlomo Karhi ha infatti annunciato nelle scorse ore che la decisione di chiudere l'ufficio stampa locale di Al Jazeera a Gerusalemme è in attesa dell'approvazione del Ministro della difesa del Paese.
PROPAGANDA
«Dopo la sua approvazione, che dobbiamo ancora ricevere, la richiesta sarà portata al Gabinetto di sicurezza per la decisione finale», ha dichiarato Karhi al Times of Israel, dopo aver più volte definito Al Jazeera «un portavoce della propaganda» dei gruppi militanti nella Striscia di Gaza che il 7 ottobre hanno invaso il sud di Israele uccidendo più di 1.400 persone. Le accuse in assoluto più gravi però Karhi ne ha mosse contro quella che sarebbe una vera e propria attività di spionaggio e incitamento alla violenza svolta dai dipendenti della tv. Al Jazeera, nelle ultime settimane, avrebbe esposto i soldati israeliani a potenziali attacchi da Gaza. Alla Radio dell'Esercito israeliano, Karhi ha detto: «Questa è una stazione che incita, questa è una stazione che filma le truppe in aree di raccolta [fuori Gaza]... che incita contro i cittadini di Israele». A metà ottobre, il governo israeliano ha approvato un regolamento d'emergenza che gli consente di chiudere temporaneamente le emittenti di notizie straniere, qualora ritenga che esse stiano danneggiando la sicurezza nazionale. Al Jaazera è di certo in cima alla lista.