La storia si ripete

Israele-Hamas, quei movimenti che amano la pace ma ancora di più le dittature

Francesco Carella

I cortei in favore della pace in Medio Oriente organizzati in alcune città italiane ripropongono ancora una volta la questione della tradizionale doppiezza politica dei pacifisti. Se srotolassimo la pellicola della storia, a partire dai primi anni del Secondo dopoguerra, troveremmo i cosiddetti cultori della pace sempre schierati contro le democrazie e a favore delle dittature. Ed è precisamente ciò che sta accadendo in queste settimane dove Israele, dopo essere stata ferocemente aggredita nel proprio territorio da un gruppo di terroristi, viene messa sul banco degli imputati per la semplice ragione che osa difendersi. Hamas, viceversa, nei cortei dei pacifisti sembra non pervenuta. Si tratta di un’ambiguità politica che nasce con i Partigiani della pace negli anni a cavallo fra il 1949 e il 1956 e che giunge inalterata fino ai giorni nostri. Si era in piena Guerra fredda e le parole d’ordine che venivano scandite durante i raduni nelle piazze erano rivolte contro gli “amerikani”, la Nato e le democrazie europee.

SPETTRI E RUBLI
Il movimento, che si sviluppò in tutta Europa, fu organizzato in Italia dal Partito comunista, con la complicità dei socialisti nelle prime fasi, su dirette indicazioni (ovviamente accompagnate da cospicui finanziamenti) del Cremlino. Il Pci riuscì a coinvolgere una parte non irrilevante di opinione pubblica agitando lo spettro di un’imminente Terza guerra mondiale su base atomica ad opera degli Stati Uniti. Tutto falso. Stalin, come risulterà dagli archivi moscoviti consultabili all’indomani del collasso dell’Urss, aveva solo bisogno di orientare in senso anti-occidentale le masse in attesa di potere costruire un arsenale nucleare sovietico pari a quello statunitense. In tal senso, i partigiani della pace misero in campo una perfetta “arma di distrazione di massa”.
Nei primi anni ’80 va in scena il medesimo copione, ovvero si mobilita l’opinione pubblica in nome della pace per difendere ancora una volta gli interessi di Mosca. Era accaduto che Brežnev aveva schierato contro le maggiori città europee (Milano fra queste) missili a lunga gittata, gli SS-20, e che come contromisura la Nato aveva deciso di installare i Cruise e i Pershing. Le città italiane in quei mesi furono più volte attraversate dai cortei dei nuovi “partigiani della pace” i cui slogan avevano come bersaglio gli Stati Uniti e i Paesi europei che avrebbero ospitato, come l’Italia, i nuovi missili.

PIAZZE A PAGAMENTO
Inutile ribadire che anche in questa occasione finanziamenti generosissimi - come anni dopo documentò Vladimir Bukovskij in Gli archivi segreti di Mosca- viaggiarono da Mosca verso Botteghe Oscure. Un film più volte andato in replica negli anni successivi ogniqualvolta occorreva prendere posizione in caso di conflitti fra uno Stato democratico e un Paese guidato da un dittatore. Finanche di fronte alla mattanza cambogiana perpetrata da Pol Pot (che trucidò in nome del comunismo fra il ’76 e il ’79 oltre tre milioni di connazionali) i pacifisti preferirono tacere piuttosto che condannare un feroce dittatore. La domanda che in tanti in questi giorni si fanno è: che cosa impedisce alle “colombe della pace” di riconoscere la matrice terroristica di Hamas il cui unico scopo è quello di cancellare Israele dalla carta geografica? La risposta è scritta nella storia del movimento pacifista.