Mamma mia

Soliman Hijjy, bufera sul reporter "nazi" del New York Times

Andrea Tempestini

Al New York Times scrive un reporter palestinese che tesse le lodi di Hitler e che lo stesso Nyt licenziò per l’indigeribile passione per il Führer. Salvo poi riassumerlo. E riassumerlo proprio per scrivere della guerra tra Israele e Hamas. Direttamente da Gaza. Tanto basterebbe per ridefinire il concetto di assurdità, ma c’è un dettaglio da aggiungere: il Nyt rivendica la scelta. Il nostalgico del Baffino si chiama Soliman Hijjy, professione videoreporter. La passione nazi è radicata. Era il 2012 quando su Facebook scriveva: «Quanto sei grande, Hitler». Il commento a corredo di un meme in cui il Führer scattava un selfie. Il merito attribuito da Hijjy al cancelliere del Terzo Reich? L’Olocausto, va da sé. Il genocidio degli ebrei. Non è una un’interpretazione personale ma quanto lui rivendicava, sempre sui social, nel 2018.

«Mi sento in uno stato di armonia come lo era Hitler durante l’Olocausto». Il nazi-curriculum del giornalista – ricostruito dal Foglio – si arricchisce con la difesa di Hamas: i razzi contro i civili israeliani? «Resistenza». Peccato che qualcuno, un anno fa, si accorse del liquame con cui Soliman inquinava i social: fu segnalato da HonestReporting, ong che monitora l’antisemitismo sui media, e con giustificato imbarazzo il Nyt lo mise alla porta. Grazie, ma basta. Ci mancherebbe altro! Un fan di Hitler ospitato sulle colonne del tempio della sinistra liberal, Woke, Black Live Matters, #metoo e via discorrendo non esiste proprio! Ecco, fermi tutti. Forse le istanze di quel tempio liberal, sotto sotto abbracciano anche il pregiudizio no-jewish che in certi ambienti pare una medaglia? Forse sì, concedeteci il dubbio: lo hanno riassunto...

 


Anche il tempismo desta qualche elefantiaco sospetto. Hijjy, il riservista del Nyt, torna in servizio a Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Un’operazione silenziosa, quella del quotidiano. Ma anche in questo caso c’è chi si è accorto: sempre HonestReporting e la rivista Algemeiner Journal, che hanno svelato con stupore il ritorno dell’hitleriano. Possibile che il Nyt ri-scelga proprio lui per coprire la guerra tra gli ebrei e Hamas? Possibile, ma per loro anche indiscutibile. «Abbiamo esaminato i post sui social di Hijjy quando sono venuti alla luce nel 2022 e abbiamo intrapreso una serie di azioni per garantire che comprendesse le nostre preoccupazioni e potesse aderire ai nostri standard se avesse voluto lavorare per noi in futuro», commenta un portavoce della testata. «Il giornalista sta facendo un lavoro importante e imparziale a Gaza con grande rischio personale», aggiunge. Tutto a posto! Hijjy ha compreso le «preoccupazioni» e, deduciamo, si è adeguato agli «standard» del Nyt: mi raccomando, non canti più le gesta del signor Hitler. Infine, una nota. Sempre il Nyt ha fatto mea culpa per aver scritto che le bombe sull'ospedale Al-Ahli portavano la firma di Israele. «Avremmo dovuto chiarire che le fonti non erano verificate». Ma questo è un altro discorso rispetto a mister Hijjy. O forse è esattamente lo stesso.