Movimenti
James Glyn, "inviato dagli Usa": chi è il "super-generale" che può decidere la guerra
L’esercito israeliano continua ad assicurare di essere pronto per l’attacco di terra a Gaza, ma gli Stati Uniti sembrano pensarla diversamente. Stando a quanto riporta il New York Times, l’amministrazione Biden è preoccupata riguardo all’operazione annunciata da Israele, temendo che l’esercito non abbia ancora un piano in grado di funzionare. Questo spiegherebbe perché sono passate quasi tre settimane dagli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, con Israele che per ora ha soltanto minacciato l’invasione via terra.
Le fonti americane fanno attenzione a precisare che l’amministrazione Biden non vuole dire a Israele cosa fare o non fare, ma intanto ha deciso di inviare sul posto James Glynn, considerato un “super generale” per aver guidato i Marines in Iraq e poi essere stato al comando della campagna per fermare l’Isis. Il compito di Glynn sarà quello di offrire la sua ampia esperienza a Israele, soprattutto per quanto concerne i combattimenti urbani. Dagli Stati Uniti fanno sapere che il “super generale” si limiterà a dare consigli, dopodiché lascerà Israele nel momento in cui verrà effettivamente lanciata un’offensiva a Gaza.
Leggi anche: Israele-Hamas, minacce all'Italia, l'audio choc dal Libano. Scontro all'Onu sulle parole di Guterres
Sono diverse le scelte tattiche che Israele deve compiere per mettere a punto un piano di invasione a prova di bomba. Ad esempio l'esercito deve decidere se provare a eliminare Hamas con raid e blitz attentamente studiati o se entrare nella Striscia di Gaza con i tank e la fanteria. Nel frattempo il tenente generale Herzi Halevi ha parlato dell’operazione, assicurato che l’esercito israeliano “è pronto per la manovra di terra. Prenderemo una decisione con i vertici politici riguardo alla forma e ai tempi della fase successiva. Ci siamo preparati per questo. L’Idf e il Comando Sud hanno preparato piani offensivi di qualità per raggiungere gli obiettivi della guerra". Secondo Halevi l'invasione è stata sinora ritardata da "considerazioni tattiche e anche strategiche" che, tuttavia, consentono all'Idf di prepararsi meglio.