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Israele, il battaglione di donne incubo di Hamas: "Ne abbiamo uccisi 100"

In prima linea contro Hamas anche le soldatesse del battaglione Caracal. Guidate dal tenente colonnello Or Ben-Yehuda, le combattenti si trovano di stanza a sud, vicino al confine con l'Egitto. Non è la prima volta che Or e le sue ragazze si ritrovano a dover respingere attacchi di terroristi, era già accaduto un paio di anni fa. Ma da allora fino al 7 ottobre, il tenente colonnello si è sempre occupato di contrastare i movimenti del contrabbando. Poi, sabato di due settimane fa all'alba, Or ha capito che stava succedendo qualcosa di diverso. "Abbiamo eliminato in dodici circa cento terroristi" ha raccontato per poi lanciare una frecciata a coloro che sollevano la polemica perché affidare la sicurezza alle donne è un rischio. "Spero che questo serva a dimostrare che non ci devono essere dubbi sulle donne soldato. Le mie sono le più coraggiose, hanno combattuto con lucidità, salvato vite umane", ha tuonato Or secondo quanto riportato dal Messaggero.

Tornando al giorno dell'attacco di Hamas, la soldatessa ha detto di aver ricevuto la prima telefonata dal tenente colonnello Yonatan Tzur, comandante del battaglione di ricognizione della Nahal, la brigata dei berretti verdi, in azione sui fronti più instabili. "Sono entrati - l'ha avvisata Tzur - sono a Sufa e Nirim, sono pesantemente armati, sono tanti". Tzur è morto qualche ora dopo. Or e le sue sono partite all'istante: "Stiamo andando a eliminare terroristi, è in atto un'infiltrazione di Hamas in Israele, e si sta diffondendo. State all'erta, siamo una squadra forte". E così il battaglione è partito. Nella strada a Sufa trovano 40 persone, quasi tutti soldati, asserragliati in un locale. Dentro la base sono assediati da almeno 7 terroristi, altri sparano da un terrapieno, un convoglio con altri 50 uomini di Hamas è in arrivo. A un certo punto ci siamo trovate un convoglio che puntava verso di noi - ha proseguito -, tre furgoni, cinque moto, una cinquantina di terroristi e cecchini. Eravamo solo dodici, le altre erano in villaggi vicini a proteggere i civili".

 

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Al fuoco hanno risposto con "mitragliatrici, mortai, lanciarazzi. Uno di Hamas si è lanciato su di me, mi sono detta: ci siamo, o io o lui. Ho reagito. È riuscito a spararmi ma non mi ha ferito. Molti terroristi sono stati uccisi, altri si sono ritirati. Alla fine è arrivata una squadra dello Shayetet 13, hanno lanciato dei droni per aiutarci. La battaglia è durata quasi 14 ore. I quaranta sono stati liberati".