Il quadrante
Israele, forza d'urto e visori notturni: le armi decisive per l'invasione di terra
Sulla campagna terrestre dell’esercito israeliano a Gaza già si ventilava un piano in tre fasi: attacco in forze contro le roccaforti di Hamas, bonifica dalle resistenze residue e nuova zona di sicurezza. Ieri, stando, a fonti militari, «sono stati approvati i piani». Gaza è una selva di palazzi. In città s’accorciano le distanze d’ingaggio. S’annulla, in parte, la superiorità israeliana in armi e sensori in grado di colpire, o percepire, il nemico da lontano. Di notte possono operare forze speciali con visori notturni, che s’infiltrano per preparare il terreno con sabotaggi, ma la loro azione necessita di dati di intelligence sicuri. I carri armati Merkava sono il fulcro della forza d’urto israeliana, ma edifici, tunnel e fognature offrono copertura a squadre di Hamas , che possono avvicinarsi, non viste, fino a pochi metri dai tank con armi anticarro, la cui capacità perforante è massima da breve distanza.
Perciò gli israeliani, oltre a sostenere le truppe di terra con aerei ed elicotteri, avanzeranno abbinando la potenza di fuoco alla circospezione assicurata da fanteria in appoggio ai carri. L’esercito israeliano ha dato molta importanza ai corazzati da fanteria per trasportare al sicuro i soldati fino alla prima linea. Il più moderno è il Namer, ricavato dallo scafo del Merkava, che porta 9 soldati a bordo, a parte l’equipaggio. Vecchi ma efficaci sono il Nakpadon e Nakmachon,che portano 10 soldati, più l’Achzarit, che ne porta 7 ed è stato ottenuto “riciclando” carri sovietici T-54 catturati nelle passate guerre contro Egitto e Siria.
I soldati, uscendo all’ultimo momento dai cingolati, possono accompagnare i carri Merkava sfruttando la copertura dei tank e del terreno, ma la lotta casa per casa sarà tremenda. Hamas userà mine e trappole e gli israeliani schiereranno anche bulldozer corazzati per demolire ostacoli pericolosi o, alla bisogna, scavare trincee e difese tattiche. Rischio in più per i cingolati sono i piani alti degli edifici, da dove i palestinesi possono bersagliare la parte superiore dei mezzi, dove la corazza è più sottile. Viceversa, le armi dei carri hanno difficoltà a reagire sparando a grandi angolazioni verso l’alto. Se l’esercito ebraico penetra nella Striscia da più lati, può dividere le forze di Hamas e costituire perimetri difensivi, a patto di spianare quartieri della città per creare spazi aperti. Ma nella guerra urbana, complici passaggi sotterranei e fra le macerie, veri accerchiamenti sono molto difficili.