Accerchiamento
Minniti a In Mezz'ora: "L'Iran ha mosso le quattro punte del terrorismo mondiale"
Sembra volgere al peggio la situazione in Medio Oriente. Israele ha avvertito le potenze della regione che in caso di attacco di Hezbollah Tel Aviv non esiterà a entrare in guerra con Iran (lo Stato che più supporta il movimento militare islamico) e il Libano, base logistica dei "guerriglieri di Allah". E ai soldati israeliani, il premier Benjamin Netanyahu ha ricordato che la guerra contro Hamas "è per la nostra esistenza", esortando a "uccidere" i nemici.
A In mezz'ora, su Rai 3, Monica Maggioni ospita diversi esperti per analizzare gli scenari. Marco Minniti, esponente del Pd, ex ministro degli Interni ed ex presidente del Copasir, accenna a "piccolissime notizie positive. Per esempio, dopo la visita del presidente Biden, si è a riattivata una goccia per quanto riguarda gli aiuti umanitari". Rimane, però, "il gigantesco tema degli ostaggi".
In generale, "la situazione si sta complicando. L'Iran ha mosso sul terreno i suoi principali alleati: le milizie sciite in Iraq, gli houthy nello Yemen, Hezbollah in Libano e Hamas nella Striscia di Gaza. Hanno le quattro punte del terrorismo mondiale". In questo senso, sottolinea ancora Minniti, "la vicenda degli ostaggi viene usata anche come strumento di pressione politica quotidiana. Non è un caso che Hamas abbia liberato due donne. Non è un caso che fossero cittadine americane. È un segnale".
Pessimista anche il professore Vittorio Emanuele Parsi, grande esperto di geopolitica. "Il rischio è che Netanyahu gestisca questa situazione pensando anzitutto alla sua carriera politica. Abbiamo visto come per 32 settimane abbia portato Israele sul baratro della guerra civile". Dal punto di vista strategico, "degradare la capacità militare di Hamas è un obiettivo più che legittimo, ma il governo israeliano non può non pensare al giorno dopo. Che succede dopo? L’eliminazione di Hamas deve incorporare una soluzione per il problema palestinese". In un Medio Oriente, peraltro, nel quale "il Qatar non è l'unico attore che agisce nell'ombra. Nella regione c'è anche l'Iran e fuori dalla regione c'è anche la Russia. Il materiale di propaganda di Hamas viaggia su server che sono in Russia, ci dicono".
Da Israele, è Don Weissglas, ex consigliere di Ariel Sharon, a confermare le sensazioni negative delle ultime ore: "Nel confine settentrionale sembra che Hezbollah voglia sfidarci. Speriamo che non osino superare la linea rossa, cioè tra una frizione violenta e una guerra. Se attraversano il confine settentrionale, questo avrà senza dubbio un costo". La giornalista Tal Schneider, del Times of Israel, ricorda invece il dramma umanitario in corso: "Abbiamo 212 cittadini israeliani all'interno della Striscia di Gaza. Ci sono anche 30 bambini, alcuni sono dei neonati. Poi ci sono gli anziani. Gli israeliani sono molto preoccupati. Quello che stanno facendo con noi è un gioco crudele".