Allerta massima
Hamas, indiscrezioni sull'arsenale segreto: ecco come possono colpire
“È alquanto probabile che Hamas abbia delle capacità che non abbiamo ancora visto ma che potremmo vedere a breve”: così al Washington Post Fabian Hinz, un esperto della difesa presso l’International Institute for Strategic Studies. Il timore, che alberga anche nell'esercito di Israele, sembra infatti essere fondato. Lo scorso 7 ottobre i terroristi hanno adoperato armi già note agli israeliani. Ma Tel Aviv teme che i militari nascosti nei tunnel stiano aspettando proprio l’ingresso delle forze di Tsahal nella Striscia per svelare il loro arsenale segreto. L’incubo per Benjamin Netanyahu è perciò rappresentato dai droni sottomarini che potrebbero essere usati per colpire porti, navi e piattaforme petrolifere.
Come riporta Il Giornale, nel 2016 il Mossad, il servizio di intelligence israeliano aveva ucciso in Tunisia Mohamed Zouari. L'ingegnere aerospaziale stava lavorando alla costruzione di droni sottomarini, ma la sua morte non frenò il progetto militare. Solamente cinque anni più tardi, l’Israel Defence Forces ha intercettato e distrutto un drone di questo tipo appena partito da una spiaggia di Gaza. L’eredità di Zouari, d’altra parte, si è vista anche nell’attacco dello scorso 7 ottobre con la conferma da parte del gruppo islamista dell’utilizzo di 35 velivoli esplosivi e senza pilota progettati sulla base del lavoro dell’ingegnere.
Ma ci sarebbe dell'altro. Israele teme infatti le munizioni guidate di precisione e le bombe collocate lungo le strade. Queste ultime, in particolare, rappresenterebbero una versione 2.0 delle mine che in Iraq e Afghanistan causarono la morte di centinaia di persone, oltre che feriti. In tal senso, l'Iran viene chiamata in causa in virtù del suo ruolo di grande sostenitore nella regione di Hamas, Jihad Islamica, Hezbollah, Houthi e altri gruppi ostili agli Stati Uniti e a Tel Aviv. Un report dell’intelligence di Washington, trapelato a inizio anno, informava di militanti in Siria “istruiti” da esperti di Teheran sulla progettazione di bombe perforanti in grado di creare danni micidiali alle corazze dei carri armati a una distanza di 20 metri.
L’Iran avrebbe inoltre stanziato 100 milioni di dollari in supporto bellico, addestramento high-tech e trasferimento di know-how a favore di Hamas e dei suoi alleati. Ma ha anche fornito loro inoltre prototipi di razzi, missili e droni. Forte della tecnologia di Teheran, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza ha poi costruito strutture sotterranee adibite alla costruzione di razzi e velivoli senza pilota. E, sempre secondo le intelligence di Washington e Tel Aviv, esplosivi e componenti elettronici sono stati introdotti nella Striscia via mare o attraverso i tunnel.