Soldoni

Hamas finanziata dall'Italia: da chi ha ricevuto 23 milioni di euro

Andrea Morigi

Vogliono conquistare Gerusalemme, e intanto l’Associazione Palestinesi in Italia e la Conferenza Europea dei Palestinesi raccolgono finanziamenti alle porte di Milano. L’evento è tuttora previsto nella loro agenda del prossimo 29 ottobre, presso il centro congressi di un hotel di Assago. Ma per i parlamentari del Transatlantic Friends of Israel «una manifestazione a sostegno di Hamas» non è ammissibile. Perciò, con un’interrogazione presentata sia alla Camera che al Senato e rivolta al ministro dell’Interno, il gruppo interparlamentare presieduto dal senatore Marco Scurria di Fratelli d’Italia chiede di «evitare che si svolgano attività di qualunque genere che possano sostenere le attività terroristiche di chi sta causando paura e morte in Israele, e di altre probabili organizzazioni dell’estremismo islamico».

Il velo sull’organizzazione era stato alzato dalla procura di Genova, con il congelamento del conto corrente dell’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese, sita a Bolzaneto, sobborgo del capoluogo ligure. Il presidente dell’organismo, il palestinese Mohammad Hannoun, pare che «svolga un ruolo di primo piano a livello europeo attraverso un network costituito da decine di gruppi, che attrae interessi e donazioni verso soggetti inseriti nelle black list europee delle organizzazioni terroristiche», avevano denunciato gli onorevoli Andrea Orsini e Maria Tripodi, di Forza Italia, in un’interrogazione precedente, del 13 dicembre 2021.

COVI DI JIHADISTI
Questo però, nel gennaio scorso, non aveva impedito ad Hannoun di accompagnare l’ex parlamentare dei 5 Stelle Alessandro Di Battista e la sua ex compagna di partito Stefania Ascari in Libano, per una visita nei campi profughi palestinesi come quello di Ein el Hilweh, un covo di jihadisti. Pur delusi, tutti i volenterosi amici dell’estremismo islamico, potrebbero comunque reindirizzare le loro energie su un’altra iniziativa, promossa da Assopacepalestina e dal Coordinamento dei Comitati popolari per la lotta non violenta: il 10 ottobre - cioè oggi - parte una campagna di raccolta delle olive che terminerà il 15 novembre e durante la quale si potranno «accompagnare i contadini palestinesi ad esercitare il loro diritto al raccolto», e nel frattempo si potrà cercare di «difenderli dagli attacchi dei coloni e dei soldati israeliani». Se non è catalogabile come una chiamata alle armi, è una discesa in campo dietro la quale si intravvede una rivolta.

Delle presunte necessità della popolazione palestinese, comunque, si fa tramite in modo particolare l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, ente sottoposto all'indirizzo e alla vigilanza del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Dal Rapporto Annuale 2022, alla voce “Importo deliberato ed erogato”, non compare alcuna cifra. Per avere dettagli, risponde a Libero l’ufficio stampa dell’Aics, occorre dar loro «tempo per raccoglierli, ordinarli e comunicarli. Potremo dare cifre aggregate su progetti e iniziative approvate dal 2016, data nella quale l’Agenzia ha iniziato ad essere operativa».

PROGETTI DI SVILUPPO
Nell’attesa, vale almeno la pena citare le somme contenute in un’interrogazione, risalente al 14 dicembre 2020 dei senatori Enrico Aimi, Lucio Malan, Isabella Rauti e Toni Iwobi: alla data di ottobre 2018, il contributoriguardava 18 progetti, per un ammontare di circa 23 milioni di euro, in tutti i Territori Palestinesi, distribuiti dalla Cisgiordania a Gaza e Gerusalemme Est su «vari settori d'intervento rispondendo alle priorità strategiche dell’Agenzia in Palestina e dell'Autorità Palestinese». L’atto di sindacato ispettivo era rivolto ad accertare se il ministro fosse a conscenza del fatto che «alcuni percettori di finanziamenti da parte italiana appaiono vicini al terrorismo». Dalla Farnesina, al tempo, smentirono. Ma non è detto che lo farebbero anche ora.