Il caso di Birmingham
Vittorio Feltri: l'imam insegna a lapidare le donne? Femministe mute
Nella civile e progredita Europa, parte di quel mondo occidentale che ha elevato il femminismo a missione e valore fondamentale, può accadere anche questo, che un imam, tale Sheikh Zakaullah Saleem, posto a capo della moschea di Green Lane, a Birmingham, Inghilterra, istruisca, fornendo dovizia di particolari, i fedeli sul metodo eccellente per lapidare le adultere, che vanno, stando ai sapienti suggerimenti dell’islamico, sepolte fino all’altezza della vita e poi prese a sassate furiose finché non spirano.
Il video della lezione è stato pure caricato sul web come se si trattasse di un normalissimo corso di formazione online volto alla preparazione di un esame o di un concorso. E sulla rete il contenuto in questione è rimasto a lungo, visionato e scaricato migliaia e migliaia di volte. Si fa un gran parlare del diritto dei musulmani che si trasferiscono nel vecchio continente di potere pregare all’interno di un luogo sacro a questo deputato, ossia la moschea, così concediamo tali edifici o ne costruiamo di appositi al fine di garantire ai nostri ospiti tali benefici e facoltà, ciò che invece viene trascurato è di evidenziare come questi ambienti siano stati nel tempo, e costituiscano tuttora, terreno fertile per professare e assorbire il fondamentalismo islamico nonché per il proliferare di individui radicalizzati, mine vaganti e serpi in seno che si muovono senza ostacoli nelle nostre città e pure in uno spazio molto esteso, il suolo europeo, dove vige la libertà di circolazione di tutto, inclusa quella delle persone.
Il governo inglese aveva destinato un fondo di ben oltre 2 milioni di euro (ora bloccati, proprio in seguito al sermone menzionato) alla moschea di Birmingham, nonostante questa, già in passato, si fosse distinta nelle cronache come base del radicalismo di matrice islamica, sede di formazione dei perfetti soldatini della Jihad, quelli pronti a crepare in nome di Allah disintegrando il maggior numero di infedeli possibile, infedeli che – lo ricordo – siamo tutti noi, noi cristiani, noi occidentali, noi europei, noi inglesi, italiani, francesi, tedeschi e così via.
AUTODISTRUZIONE - Sapete cosa deduco da questi eventi? Che non capiamo e non impariamo niente. Il nostro senso di colpa, nutrito da una cultura di sinistra che ci vuole rei eterni delle ferite di altri popoli e razze, ci distruggerà e lo sta già facendo, ossia il processo di disintegrazione è già avviato da decenni, eppure non ne siamo consapevoli. Ragioniamo sulla base di stereotipi: l’immigrato è sempre buono, il musulmano è sempre vittima, la moschea è luogo sacro, l’imam è un non violento, siamo noi a non volere integrare gli extracomunitari, gli africani sono martiri del colonialismo europeo, il terrorismo islamico non è più un problema nostro. Invece no.
Neppure l’Italia si illuda di averla scampata. Il radicalismo mira proprio al centro della cristianità, che è simbolicamente l’Italia, precisamente Roma, dove si trova anche la Santa Sede. Accogliamo da lustri chiunque, i terroristi che hanno fatto stragi altrove sono spesso approdati in Italia per poi agire altrove, l’intelligence italiana ha più volte lanciato l’allarme: sui gommoni e sui barconi carichi di sedicenti profughi giungono infiltrati centinaia di terroristi o potenziali tali, cosiddetti foreign fighters, ma noi abbiamo seguitato ad ignorare codesti avvertimenti, come se non ci riguardassero.
Tale clima di indifferenza, di assenza di consapevolezza della gravità della problematica, mi preoccupa. Condivido l’apprensione della mia amica Oriana Fallaci, le cui parole non posso dimenticare. Era lei a mettermi costantemente in guardia da questa nostra superficialità, o miopia, o stupidità che ci intossica. Lo abbiamo detto e lo abbiamo ripetuto, ma a nulla è servito. Siamo voci che urlano nel deserto, soffocate dalle urla dei progressisti che pretendono più accoglienza, più immigrati, più clandestini, più profughi, più diritti, più moschee, più integrazione, senza considerare che spesso sono gli islamici a non volersi integrare, a mantenere i loro usi e costumi barbari nonché le loro regole disumane, come quella che prevede che colei che tradisce il marito debba essere ammazzata in maniera peraltro brutale, o che la moglie che non soddisfi a letto il consorte possa e debba essere stuprata e picchiata.
Tutto questo ci riguarda da vicino. Basta leggere i giornali, che proprio ieri, ad esempio, riportavano una storia già nota, quella dell’egiziano Abdel Kader, condannato per terrorismo, il quale sotto la Madonnina predicava, per conto di al Qaeda, il jihadismo, servendosi della moschea di via Quaranta, a Milano, centro di indottrinamento e proselitismo. A prendere il suo posto fu poi un altro imam, con lo stesso compito: fare una propaganda sanguinaria.
ESTREMISTI DE NOANTRI - Ma non è tutto. Che l’estremismo sia una realtà anche da queste parti lo si comprende dal numero impressionante di fanciulle ritirate da scuola ed educate tra le quattro mura a diventare mogli devote come cani, schiave, dagli episodi di sangue che hanno come protagoniste ragazze ammazzate dalle famiglie poiché hanno osato opporsi a matrimoni precoci o hanno rifiutato la cultura del Paese di origine, dalla diffusione esagerata del velo integrale che obbliga le donne a coprirsi, a nascondersi, a non esistere in società. Femministe europee, femministe italiane, voi che vi stracciate le vesti e vi sentite insultate e ferite e oltraggiate e violentate ogniqualvolta non vi chiamano “avvocata”, “ministra”, “presidenta”, proprio voi, sì, voi, dove siete quando ad essere calpestati sono i diritti essenziali delle vostre sorelle?