Effetto domino
Cina, il colosso Evergrande si schianta in Borsa: altissima tensione
Evergrande, il colosso immobiliare cinese ultra indebitato, dopo una sospensione di 17 mesi per la mancata pubblicazione dei risultati finanziari è riapparso sul mercato della Borsa di Hong Kong. Ma già durante le prime battute ha segnato un crollo dell'87,88% (a fine seduto il titolo ha chiuso a -78,79%) facendo scendere il suo valore di mercato che nel 2017 era di oltre 50 miliardi di dollari a circa 590 milioni. Un tonfo che preoccupa l'economia nazionale cinese, ma anche quella internazionale perché si stima che oggi Evergarde ha passività internazionali per 19 miliardi. "Una bomba a orologeria", l'ha definita il presidente americano Joe Biden preoccupato del "contagio" del resto del mondo. China Evergrande ha infatti invocato il capitolo 15 del codice fallimentare Usa, che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione dai creditori che vogliono fare causa o bloccarle i beni negli Stati Uniti. La società chiede il riconoscimento dei colloqui di ristrutturazione in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche.
Poco prima della ripresa dell'apertura della Borsa di Hong Kong, in un comunicato la società aveva affermato di aver "adempiuto" ai propri obblighi, tra cui la pubblicazione dei risultati, e di aver "rispettato le linee guida per la ripresa "stabilite dalla borsa. Le azioni della società erano state sospese nel marzo 2022 dopo la mancata pubblicazione dei risultati del 2021. I risultati annuali per il 2021 e il 2022 sono stati finalmente pubblicati il mese scorso, motivo per cui il mercato azionario ha dato il via libera alla ripresa delle contrattazioni. Ma, spiega Mario Benedetto sul Tempo, come per i due precedenti bilanci annuali di Evergrande, il revisore dei conti Prism Hong Kong e Shanghai non ha rilasciato il giudizio di conformità a causa delle "molteplici incertezze relative alla continuità aziendale, compreso il flusso di cassa futuro". Il gruppo cinese ha chiarito che la capacità di proseguire le attività sarà legata "al successo dell'attuazione del piano di ristrutturazione del debito offshore e al successo dei negoziati con il resto dei finanziatori sulle estensioni dei rimborsi".
C’è poi il capitolo creditori, ai quali Evergrande ha offerto la scelta di scambiare il proprio debito con nuovi titoli emessi dalla società o con azioni di due controllate, ovvero Evergrande Property Services Group ed Evergrande New Energy Vehicle Group. Le assemblee sono previste tra il 25 e il 26 settembre: un mese che permetterà ai creditori stessi di "considerare, comprendere e valutare" il piano.