Hugo Carvajal
M5s, spia e narcotrafficante: l'uomo che può spennare i grillini
È stato infine estradato dalla Spagna agli Stati Uniti Hugo Carvajal, detto “el Pollo” per avere collo lungo e testa piccola. Proprio colui da cui era arrivata l’informazione che il regime venezuelano avrebbe dato in contanti 3,5 milioni a Gianroberto Casaleggio per finanziarci i Cinque Stelle. Classe 1960, generale, dopo aver tentato con Chávez il golpe del 1992 fu al vertice del controspionaggio (Dgcim) tra luglio 2004 e dicembre 2011, e poi di nuovo tra aprile 2013 e gennaio 2014. Deputato del partito chavista tra 2016 e 2021, il 21 febbraio 2019 annunciò clamorosamente che riconosceva Guaidó come legittimo presidente. Cinque giorni dopo un tribunale venezuelano ordinò la sua detenzione, per le accuse di tradimento alla patria, cospirazione continuata, finanziamento al terrorismo e associazione illecita. Scappò in Spagna, ma lì fu arrestato il 12 aprile 2019 su richiesta di estradizione degli Usa, per complicità col narcotraffico. Evaso dai domiciliari l’ 8 novembre 2019, fu lui nel giugno del 2020 dalla latitanza a far avere al giornalista Marcos García Rey l’altro clamoroso documento sui finanziamenti del regime venezuelano ai Cinque Stelle. Di nuovo arrestato dalla Polizia spagnola il 9 settembre 2021, il 21 settembre anche il Venezuela ne chiese l’estradizione.
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LA SPEDIZIONE
La decisione di darlo agli Usa fu presa nell’ottobre 2021, ma subito fece avere una lettera a OKDIARIO e in cui dettagliava finanziamenti chavisti a Podemos, ai Cinque Stelle e a una serie di leader latino-americani. Da cui altri supplementi di indagine, da cui altri 21 mesi di rinvii. Ma alla fine la “spedizione” è stata fatta. In segreto, per motivi di sicurezza. Il generale venezuelano ha lasciato nella notte tra martedì e mercoledì il carcere di Estremera a Madrid e ed è stato messo in un volo per gli Stati Uniti. Il suo avvocato assicura di averlo scoperto dopo la partenza. In effetti, il Tribunale Nazionale aveva ordinato la sua estradizione “immediata”, ma il suo avvocato non si aspettava che fosse così veloce. “Ci sono state pressioni politiche”, ha detto al giornale on line Infobae España.
Gli Stati Uniti lo accusano di traffico di droga, riciclaggio di denaro e collaborazione (vendita di armi) con le Farc colombiane. María Dolores de Argüelles, l'avvocatessa del “Pollo”, si rammarica dell'atteggiamento dell'esecutivo spagnolo. “Non ha atteso la risoluzione della domanda di asilo né le misure cautelari per la sospensione della sua consegna. Ciò che è chiaro è che ci sono state pressioni politiche per estradarlo il più rapidamente possibile". Il tribunale nazionale aveva dato via libera lunedì al suo processo negli Stati Uniti dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva ribaltato il suo ultimo appello.
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LA RETE
Agenti statunitensi si erano recati a Madrid per scortare il “Pollo” durante il viaggio. Normalmente, tutti i detenuti che vengono estradati dalla Spagna passano prima dal carcere di Valdemoro, che è un centro di transito per questi trasferimenti. In questo caso, vista l’importanza del detenuto, la sua estradizione è stata effettuata direttamente da Estremera. Gli Stati Uniti sono molto rigorosi nei trasferimenti e consentono al detenuto di indossare solo ciò che indossa. In questo caso, il “Pollo” Carvajal ha dovuto lasciare tutti i suoi averi nel carcere di Estremera, che ora verranno raccolti dai suoi parenti che si trovano a Madrid. Carvajal era arrivato in Spagna usando una falsa identità, spiegando poi di essere stato aiutato dal Cni, l’intelligence spagnola. “Non c'è alcuna accusa formale contro di lui negli Stati Uniti. Non ci sono dati sulla droga con cui ha trafficato, dove, quando o se ha cospirato per esportare armi. Per quanto riguarda i suoi rapporti con le Farc, era normale che avesse colloqui con questa organizzazione", dice il suo avvocato. Il “Pollo” si era rivolto ai tribunali europei sostenendo che se fosse stato estradato negli Usa sarebbe stato condannato all'ergastolo senza possibilità di accesso alla condizionale, sentenza che ritiene contraria all'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo . Strasburgo ha respinto il suo ricorso, affermando che questo rischio “non era reale”.