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Belgio, lo spot sconvolge l'Europa. "Immigrati, musulmani e gay"

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Matteo Legnani
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Le splendide città come Bruges e Anversa. I capolavori dei maestri fiamminghi. Le lussureggianti foreste delle Fiandre. La birra. Se vi dicono "Belgio" a questo voi pensate, con ogni probabilità. Invece, il governo di Bruxelles vuole farvi pensare a tutt'altro. E per convincervi ha prodotto un video della durata di quasi due minuti che è su YouTube, ma appare anche come banner sui siti web internazionali.

SCEGLIAMO L’APERTURA
Si intitola “Embracing openness”, che tradotto sta più o meno per “scegliamo l'apertura”. A chi? Agli immigrati ovviamente, ma più in generale alle cosiddette minoranze, inclusa quella Lgbtq. Così, nel video si vede il brasiliano Josè Paulo che fa il ballerino in una scuola di danza di Bruxelles, il giapponese Kazuhiko che fa il ricercatore in laboratorio, Esma che indossa l’hijab musulmano sotto il casco mentre lavora sulle piattaforme eoliche nel Mare del Nord, l'indiano Nandakumar che lavora come oncologo neolaureato in un ospedale della capitale. E infine l’americano dai capelli fucsia Jasper, che si gusta un caffè sul balcone di casa con il compagno e poi lo bacia in bocca. È questa l'immagine che il Belgio vuol dare di sé al mondo. Perché, spiega sempre il video, dalla diversità derivano creatività e innovazione. E poco importa, pare, se il Paese (e in particolare i suoi centri urbani) sia una polveriera sempre sull'orlo di esplodere per la presenza di enormi comunità di cittadini musulmani. Come hanno dimostrato i numerosi attentati islamici degli anni passati. O anche, pur con conseguenze meno drammatiche, la notte di follia (vandalismi, incendi appiccati) che è seguita alla vittoria del Marocco sul Portogallo, che ha portato i nordafricani in semifinale agli ultimi mondiali di calcio in Qatar. Molenbeek, sobborgo occidentale di Bruxelles soprannominato Bruxellistan, è un ghetto islamico né più né meno delle banlieue parigine e delle altre grandi città francesi, finite nell’occhio del ciclone pochi giorni fa per i disordini che hanno devastato la Francia, con decine di feriti e danni per 650 milioni di euro.

LARGO AI MAROCCHINI
Molti dei musulmani che abitano in Belgio arrivano da Tunisia, Algeria, Marocco. Proprio i marocchini nel 2020 erano più di mezzo milione, su una popolazione totale di 11 milioni e mezzo di persone. Di questi, 350mila hanno anche la nazionalità belga, a seguito delle leggi che dal 1984 in poi hanno portato alla concessione della piena cittadinanza a un numero sempre maggiore di stranieri. Gli africani che oggi godono di quel privilegio sono 823.000 (cioè il 7% della popolazione), gli stranieri extra Ue 1.200.000. A cui vanno aggiunti 400.000 immigrati extra Ue che non hanno la cittadinanza e che messi insieme agli altri costituiscono circa il 14% della popolazione totale. E il conto non si ferma: secondo un dato del World Population review risalente al 2019, in Belgio arrivava un nuovo migrante ogni 12 minuti. Tanto? Troppo? Evidentemente no, visto che quattro anni più tardi le autorità belghe fanno pubblicità al loro Paese dicendo: «Avanti, c’è posto».

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