Dopo Nahel
Francia, secondo morto: "Caduto da un tetto", sarà l'inferno
Un altro morto nella Francia in rivolta. Un giovane è deceduto dopo essere caduto nella notte dal tetto di un negozio a Petit-Quevilly (Seine-Maritime), a margine dei disordini seguiti all'uccisione di Nahel, il 17enne di origini algerine che è stato colpito a morte da un poliziotto martedì scorso dopo essere sfuggito a un posto di blocco a Nanterre, banlieue di Parigi. Da quel momento, l'intero Paese è caduto in una spirale di violenze precipitando sull'orlo di una rivolta razziale e sociale. Il giovane, che aveva circa vent'anni, è morto oggi cadendo dal tetto di un supermercato "nel corso di un saccheggio", ha riferito una fonte della polizia. L'ufficio del procuratore di Rouen ha invece chiarito che il supermercato non era stato teatro "di un attacco da parte dei contestatori". Benzina sul fuoco di una protesta che sembra inarrestabile. Anche per questo, ha annunciato in diretta a TF1 il ministro dell'Interno Gerald Darmanin, saranno 45mila i poliziotti mobilitati in Francia, 5mila in più di giovedì notte. "Faremo di tutto" per evitare una nuova notte di violenza, ha detto in tv il ministro.
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Nella notte tra giovedì e venerdì, la terza infiammata dalle proteste, più di 875 persone sono state arrestate e oltre 200 agenti sono stati feriti. Ben poco è sopravvissuto alla furia dei manifestanti che in tutto il Paese hanno danneggiato edifici pubblici, saccheggiato negozi e centri commerciali e vandalizzato le strade, teatro degli scontri con la polizia. Guerriglie urbane sono scoppiate anche in varie città della Guyana francese, dove un uomo è rimasto ucciso da un proiettile vagante sparato contro gli agenti. La situazione è incandescente e potrebbe peggiorare domani, sabato, giornata in cui sono previsti i funerali del giovane Nahel a partire dalle 11 del mattino nella sua città natale, Nanterre appunto. "Dobbiamo continuare a stare vicino a questa famiglia, questa madre che domani seppellirà suo figlio", ha detto alla stampa il sindaco Patrick Jarry. Il presidente francese Emmanuel Macron ha lasciato in fretta e furia il Consiglio europeo a Bruxelles per partecipare all'unità interministeriale di crisi da lui stesso convocata. Macron non ha dichiarato lo stato d'emergenza ma ha condannato "la situazione inaccettabile" e ha annunciato il dispiegamento di "mezzi aggiuntivi" per far fronte ai disordini. Si è poi rivolto ai genitori, sottolineando che tra le centinaia di arrestati nei 3 giorni di proteste "un terzo sono giovani, anche giovanissimi". Il suo appello è "al senso di responsabilità dei padri e delle madri di famiglia" perché tengano "i figli a casa".